La giunta di Virginia Raggi: vecchie conoscenze, poche novità

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La sindaca di Roma Virginia Raggi e Giuseppe Pedersoli, alla camera ardente di Carlo Pedersoli in arte Bud Spencer alla sala della Protomoteca al Campidoglio a Roma, 29 giugno 2016.
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La camera ardente di Bud Spencer alla sala della Protomoteca al Campidoglio: il sindaco Virginia Raggi con il figlio di Bud, Giuseppe Pedersoli, Roma, 29 giugno 2016.
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20 giugno 2016. Virginia Raggi saluta i giornalisti dopo aver rilasciato una dichiarazione da nuovo sindaco di Roma, dopo il trionfo del Movimento 5 stelle alle elezioni comunali e la sconfitta al ballottaggio di Roberto Giachetti (PD).
(Da sinistra) La neo sindaca di Roma Virginia Raggi, il ministro dell'Interno Angelino Alfano, la presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, Maurizio Gasparri, attraversano la Porta Santa della Basilica di San Giovanni in occasione della celebrazione giubilare degli uomini e delle donne impegnati nelle istituzioni pubbliche, Roma, 22 giugno 2016. ANSA/ GIORGIO ONORATI
Virginia Raggi, Rome's new mayor, during her first official engagement at a Jubilee event, Rome, 22 June 2016. Raggi, 37, from the anti-establishment 5-Star Movement (M5S), became Rome's first woman mayor, and the youngest ever, with a landslide victory in a run-off Sunday. ANSA / GIORGIO ONORATI
Il neo sindaco di Roma, Virginia Raggi, compie la sua prima uscita in fascia tricolore alla Pontificia Università Lateranense per la celebrazione giubilare degli uomini e delle donne impegnati nelle istituzioni, Roma, 22 giugno 2016. ANSA / GIORGIO ONORATI
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Virginia Raggi a Palazzo Valentini durante l'incontro ''Roma oltre la baraccopoli'', Roma 23 Marzo 2016.
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Virginia Raggi
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La candidata sindaco di Roma, Virginia Raggi, durante il programma di Rai3 ''In mezz'ora'' condotto da Lucia Annunziata, Roma, 12 giugno 2016. Si è trattato del primo confronto in diretta tv tra i contendenti M5S e Pd del ballottaggio a Roma del 19 giugno, la Raggi e Roberto Giachetti.
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La candidata del M5s a sindaco di Roma, Virginia Raggi, durante la chiusura della campagna elettorale ad Ostia, Roma, 17 giugno 2016.
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La candidata del M5s a sindaco di Roma, Virginia Raggi, durante la chiusura della campagna elettorale ad Ostia, Roma, 17 giugno 2016.

A giudicare dalle sue prime mosse, sembra che il totem del cambiamento, tanto sventolato dalla neo sindaco di Roma Virginia Raggi, abbia funzionato benissimo in campagna elettorale ma che risulti molto meno praticabile nel dopo elezioni.

La giunta che doveva essere annunciata addirittura prima del primo turno delle amministrative, dunque prima del 5 giugno scorso, quando ormai sono trascorsi già 10 giorni dai risultati del ballottaggio, ancora non c'è e forse, ma il condizionale è d'obbligo, potrebbe essere presentata solo la prossima settimana, il 7 luglio, in occasione della prima convocazione del nuovo consiglio comunale.


Il nuovo che non avanza

Tuttavia, tra i nomi resi noti finora, compresi quelli per ruoli apicali dell'amministrazione, ci sono delle vecchie conoscenze. Di Alemanno e Marino, nel caso specifico. I due ultimi sindaci di Roma più invisi ai cittadini romani. A dimostrazione che una classe dirigente non si improvvisa e che la macchina amministrativa difficilmente può odorare di fresco, di “mai usato prima”. Alla prova dei fatti, gli slogan che Virginia Raggi continuamente si rigira tra i denti, “il vento è cambiato”, “tutto sta cambiando”, “cambieremo tutto”, finiscono per risultare formule vuote e anche un po' stucchevoli.

La nomina dell'amico Frongia

Soprattutto quando, al netto di tante chiacchiere, si finisce per nominare capo di gabinetto il proprio braccio destro anche a costo di aggirare una legge. Benché la loro relazione sentimentale sia stata smentita, tra Virginia Raggi e Daniele Frongia sussiste comunque un legame fortissimo. Lui è per lei, in un corpo solo, autista, suggeritore, portaborse e bodyguard. Ma, al di là di questo, è stato comunque eletto per fare il consigliere comunale e aver deciso di trasformarlo in un superdirigente da 180mila euro l'anno non risulta una sceltamolto coerente né con i principi di trasparenza propugnati dai grillini né con quelli sanciti dalla legge Bassanini che stabilisce la separazione tra ruoli politici e amministrativi.

E quella di un ex fedelissimo di Alemanno

Senza contare quanto previsto dalla legge Severino in base alla quale prima che un ex consigliere (Frongia lo è stato nei tre anni di Marino) possa assumere un ruolo dirigenziale nella stessa amministrazione deve trascorrere almeno un anno. Ostacolo superato grazie a un vero escamotage da Prima Repubblica: sollevarlo dall'incombenza di mettere firme su documenti e dispositivi di spesa e nominare un vice che lo faccia al suo posto.

Raffaele Marra, vecchia conoscenza dell'amministrazione capitolina (è stato direttore del dipartimento Politiche abitative), fedelissimo di Gianni Alemanno già ai tempi in cui l'ex sindaco era ministro dell'Agricoltura. Ex ufficiale della guardia di Finanza, Marra fu anche uomo di Panzironi presso l'Unire, di Mauro Masi in Rai e di Renata Polverini ai tempi della sua presidenza alla Regione Lazio. 

Giunta: i casi Berdini, Lo Cicero e Bergamo

Nel frattempo la composizione della giunta non è ancora stata completata. Sicuri finora sono l'ex campione di rugby e presentatore tv Andrea Lo Cicero, accusato di omofobia e xenofobia per alcune sue frasi infelici e recentemente coinvolto in una diatriba con una giornalista de La7, destinato allo Sport e alle politiche giovanili; e il collezionista di consulenze in diverse amministrazioni pubbliche Paolo Berdini che, nemmeno ancora nominato, già parla da assessore all'urbanistica in carica promuovendo o bocciando progetti come quello sullo Stadio della Roma.

E ancora, l'inventore della rassegna culturale Enzimi Luca Bergamo, da sempre vicino alla sinistra, e in particolare agli ex sindaci Rutelli e Veltroni, che andrà a occuparsi di Cultura al posto delle prime, seconde e terze scelte di Virginia Raggi: Tomaso Montanari, Christian Raimo e Rosanna Rummo che hanno declinato l'offerta.

L'assessore all'Ambiente pro inceneritore

All'Ambiente dovrebbe andare Paola Muraro, esperta di rifiuti con esperienza ultradecennale in Ama. Gli ambientalisti, e anche molti attivisti grillini, l'hanno già presa di mira. Motivo? Pare, per esempio, che sia a favore degli inceneritori (a Parma, soprattutto, la sua nomina ha scatenato un putiferio: “ma come, a noi ce l'avete fatta a peperini con l'inceneritore e a Roma ci mettete una fan?”) e che abbia avuto in passato più di uno scontro con i comitati di quartiere che da anni si battono contro i miasmi provenienti dal TMB di via Salaria e che lei definì simili all'odore di frutta e verdura.

Al Bilancio un'ex di Marino

Infine Daniela Morgante, un altro grande ritorno. Cacciata anzi tempo da Ignazio Marino, l'ex assessore al Bilancio della contestatissima giunta del "marziano" potrebbe tornare a occuparsi dei conti della Capitale dopo che una sfilza di altri professionisti, a cominciare dal vice commissario Giuseppe Castaldo e dall'ex dirigente Consob Marcello Minenna, avevano fermamente rifiutato l'incarico.

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