Precari della scuola manifestano davanti alla Camera dei Deputati
Economia

Precari della scuola, perché bisogna assumerli tutti

Alla fine la professoressa Raffaella Mascolo di Napoli, assieme a un gruppo di colleghi, è riuscita a vincere la sua battaglia. Dopo 71 mesi di insegnamento da precaria nei 9 anni compresi tra il 2003 e il 2012, la signora Mascolo ha infatti ottenuto dalla Corte di Giustizia Europea una storica sentenza che è destinata a lasciare il segno nel mondo della scuola e forse in tutta la pubblica amministrazione italiana. I giudici del Lussemburgo hanno infatti stabilito che le supplenze assegnate ogni anno a Mascolo e ad altre migliaia di insegnanti precari si basano su un sistema illegittimo, che non rispetta le direttive europee sul lavoro a tempo determinato.


Precari scuola: per la UE vanno assunti


Tutto è iniziato negli anni scorsi quando la supplente partenopea e altri dipendenti della scuola hanno avviato una causa del lavoro presso il tribunale di Napoli, per vedersi riconosciuto il diritto a essere assunta in maniera stabile, dopo anni di incarichi a tempo determinato, rinnovati di anno in anno, senza scatti di anzianità e senza retribuzione nei periodi estivi. Si tratta di una prassi vietata nel settore privato, dove le aziende non possono assumere con un contratto a termine per più di 36 mesi, ma non nella pubblica amministrazione italiana. Per gli enti statali, compresa la scuola, c'è infatti una norma che permette, in attesa di eventuali concorsi, di reclutare personale anche a tempo determinato, senza l'obbligo di assumerli poi con un inquadramento stabile, una volta superato il limite dei 36 mesi.


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Oltre alle norme nazionali, però, ci sono quelle dell'Unione Europea, che prevedono una disciplina diversa, per prevenire gli abusi nell'utilizzo delle assunzioni a termine. In pratica, le leggi comunitarie stabiliscono che ogni stato deve fissare norme ben precise sulla durata dei contratti, per evitare rinnovi a oltranza che di fatto ledono i diritti dei lavoratori. Proprio per questa ragione, i giudici di Napoli che si sono occupati del ricorso presentato da alcuni dipendenti della scuola, hanno passato le carte ai loro colleghi del Lussemburgo, che proprio oggi hanno sentenziato. Non è ammissibile, secondo la Corte di Giustizia dell'Ue, che la scuola italiana si comporti diversamente dalle imprese private e conferisca incarichi a oltranza a un esercito di supplenti (ma anche al personale amministrativo), senza almeno aver fissato chiaramente delle date per i concorsi. Risultato: decine di migliaia di insegnanti precari hanno diritto a essere assunti in maniera stabile o almeno a essere risarciti con il riconoscimento degli scatti di anzianità, se nel frattempo hanno trovato un altro impiego.


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Visto che il pronunciamento dei giudici del Lussemburgo costituisce un precedente nella giurisprudenza, secondo i sindacati che hanno assistito i precari nelle cause in tribunale siamo di fronte a una sentenza storica per il nostro paese. In tutta Italia, infatti, ci sono almeno 250mila insegnanti precari che hanno alle spalle più di 3 anni di docenza e che, in teoria, hanno ora diritto a essere assunti. Inoltre, il sindacato Anief ritiene che i docenti debbano anche avere una montagna di risarcimenti, per un totale di 2 miliardi di euro. Infine, sempre secondo l'Anief, questa sentenza è di fatto applicabile a tutto il pubblico impiego, dove i dipendenti a tempo determinato con più di 3 anni di servizio sono tantissimi. Per il governo Renzi, è in arrivo una bella gatta da pelare.


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