Economia
September 18 2018
Mai più una pensione sotto i 780 euro. E’ la promessa di Luigi Di Maio, leader del Movimento 5Stelle, ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, che ha ribadito la sua volontà di far passare con laprossima Legge di Bilancio uno dei suoi cavalli di battaglia nelle ultime elezioni politiche. I 5 stelle le chiamano pensioni di cittadinanza e altro non sono che un mega aumento a 780 euro al mese degli assegni minimi pagati oggi dall’Inps, che superano di poco i 500 euro.
Introdurre le pensioni di cittadinanza significa in sostanza innalzare le minime di oltre il 50% e ritoccare all’insùanche molti altri assegni Inps (e sono tanti) che oggi hanno un importo superiore a 500 euro ma inferiore ai 780 euro promessi da Di Maio. Senza dimenticare, poi,che esistono anche 2 milioni di altri sussidi come gli assegni sociali o d’invalidità che non arrivano neppure a 500 euro al mese. Anche queste indennità, se verranno istituite le pensioni di cittadinanza, beneficeranno dunque di un mega aumento.
Ma è giusto dare tutti questi soldi a chi percepisce i trattamenti minimi? Nei giorni scorsi Alberto Brambilla, economista vicino alla Lega, esperto previdenziale e possibile futuro presidente dell’Inps, ha detto che un regalo di questo tipo “spaccherebbe il sistema”. “Se fossi un artigiano, un commerciante o un imprenditore, non verserei più contributi, nella consapevolezza che poi arriveranno le pensioni minime di 780 euro” ha detto Brambilla.
Non va dimenticato, infatti, che in Italia ci sono circa 6 milioni di pensionati che percepiscono dall’Inps un assegno relativamente modesto, tra gli 800 e i 1.200 euro netti mensili, pur avendo lavorato a lungo, per almeno 30 o 40 anni. Ora, tutte queste persone rischiano di trovarsi ad avere una redditopiù o meno uguale a quello di chi finora ha percepito la minimae nel 2019, pur avendo versato pochi contributi durante la carriera,potrà arrivare a 780 euro di pensione al grazie alle concessioni del governo giallo-verde.
Ecco la ragione per cui la pensione di cittadinanza, come ha sottolineato Brambilla, rischia di trasformarsi in una grande ingiustizia a meno che la platea dei beneficiari non venga ristretta notevolmente, circoscrivendolaa chi ne ha davvero bisogno, cioè agli anziani sotto la soglia di povertà che non hanno risparmi da parte o che non hanno un coniuge che li mantiene. In tal caso, però, dire che non esisteranno mai più trattamenti pensionistici sotto i 780 euro si rivelerebbealla fine una promessa da marinaio.