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ANSA / ETTORE FERRARI
Economia

Partite Iva, come funzionerà la nuova scheda carburante

Quello che si prospetta all’orizzonte in tema di scheda carburante rappresenta una vera e propria rivoluzione per milioni di piccole partite Iva. Dal prossimo primo luglio 2018 infatti, come previsto dalla nuova legge di stabilità, si dovrà dire addio alla citata vecchia scheda carburante, e per poter chiedere la deducibilità delle spese legate alla mobilità su strada, bisognerà seguire invece una procedura completamente diversa.

Vediamo quali sono i passaggi salienti della nuova disciplina, che intende contrastare forme di evasione fiscale, e che rappresenterà un cambio epocale nelle abitudini quotidiane di milioni di lavoratori autonomi.

Pagamenti solo con carta

Le nuove regole, come accennato, prevedono la scomparsa della scheda carburante, quella su cui si annotavano le spese per benzina e diesel, con tanto di timbro e firma del benzinaio e relative indicazioni riguardanti la data e le quantità di carburante erogato.

Una procedura questa che permetteva, e questo è il dato più saliente, il pagamento in contante dei carburanti e non prevedeva il rilascio contestuale di nessuna ricevuta. Ora, tutto ciò non sarà più possibile.

Innanzitutto, per poter chiedere la deducibilità delle spese di trasporto, le milioni di piccole partite Iva attive in Italia, ogni volta che faranno rifornimento, dovranno infatti pagare solo con carte di credito, di debito, oppure con delle prepagate.

Fattura elettronica

Ma i cambiamenti forse più rilevanti, riguarderanno i benzinai. Questi ultimi infatti, innanzitutto dovranno attrezzarsi con postazioni Pos se vorranno fornire il servizio di rifornimento a milioni di lavoratori autonomi. E se questo passaggio per tante pompe è ormai già un dato di fatto, più complicato sarà invece garantire l’ulteriore elemento di novità della legge, ossia la fattura elettronica.

Le partite Iva che vorranno infatti scaricare le spese dei carburanti, dovranno d’ora in poi presentare le relative fatture appunto, così come fanno già per tutte le altre spese legate alla propria attività lavorativa. Coma accennato, si tratta di un cambiamento radicale, e i benzinai, avranno ora solo sei mesi per attrezzarsi in materia.

Il rischio serio infatti è quello di perdere una parte consistente di clientela, visto che le nuove regole potrebbero spingere migliaia di professionisti a non fare più rifornimento di carburante presso pompe che non fossero attrezzate a rilasciare relativa fattura elettronica.

Unica consolazione per i benzinai sarà l’introduzione, sempre dal primo luglio, di un credito d’imposta pari al 50%, del totale delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate tramite i sistemi di pagamento elettronico. Il credito d’imposta sarà però utilizzabile solo in compensazione tramite modello F24 e a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello di maturazione.

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