Contro l'Europa sui migranti e vicino alla Meloni. Papa Francesco imbarazza la sinistra

C’è gente che vorrebbe un Papa su misura. Che pontifichi solo su ciò che piace a loro. Che si faccia strattonare la veste bianca per qualche consenso politico in più. Che sia insomma una specie di alleato politico da sventolare all’occorrenza, per dimostrare che sì, persino il Papa è di sinistra. Se invece il pontefice si limita a fare il suo mestiere, magari casualmente sovrapponendosi alle tesi meloniane, allora apriti cielo. E’ il risultato di un andazzo che va avanti da anni, in base al quale Francesco viene osannato oppure censurato a seconda di quello che dice. Quando sul volo papale, il pontefice diceva: “Chi sono io per giudicare un omosessuale?”, lo elevarono – strumentalmente - a simbolo delle battaglie per la parità. Oggi che il Papa riconosce che “non si può lasciare all’Italia la responsabilità di tutti i migranti che arrivano sulle spiagge”, improvvisamente non fa più notizia. Quasi si fa finta di non conoscerlo, quell’uomo vestito di bianco che la domenica si affaccia su piazza San Pietro. E vedrete, da domani su certi giornali torneranno a tuonare contro i privilegi del Vaticano.

Tra l’altro, non è la prima bastonata che arriva sulla sinistra dalle stanze pontificie, diretta a quelli che usano il Papa come megafono per portare avanti le proprie battaglie. Già il Vescovo di Roma intervenne sul tema scomodo dell’utero in affitto: “La dignità dell’uomo e della donna – ha detto papa Francesco qualche mese fa– è minacciata dalla pratica inumana e sempre più diffusa dell’utero in affitto. In cui le donne, quasi sempre povere, sono sfruttate, e i bambini sono trattati come merce”. Anche in quel caso, poiché si verificava un allineamento tra le posizioni papali e la linea meloniana, è stato steso un velo di silenzio sulla Santa Sede. Altro esempio? Gli appelli del Papa sulla questione della natalità, altro tema forte della destra. «Questo inverno demografico è grave, per favore state attenti, è gravissimo, in Europa e soprattutto in Italia», disse qualche tempo fa il successore di Pietro, nel disinteresse generale.

E oggi, per l’appunto, la frase di Francesco sui migranti che spiazza i paladini delle Ong. Poco importa che sia lo stesso Papa che otto anni fa venne portato in processione dai progressisti quando visitò Lampedusa. Il Papa è infallibile solo quando torna comodo a una parte politica. Dunque è inaccettabile che il pontefice sottolinei oggi che nella gestione migratoria l’Italia deve essere aiutata. Insomma, siamo arrivati a questo punto: è inaccettabile che il pontefice dica qualcosa di diverso rispetto al vangelo laico dell’accoglienza senza se e senza ma. Inaccettabile, insomma, che il Papa faccia il suo lavoro, senza che qualcuno si ostini a ficcare il naso Oltretevere pretendendo di scrivergli il copione.

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