IRAN NUCLEARE
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Lo storico accordo sul nucleare iraniano

Lo "storico" accordo tra Teheran e le potenze mondiali sul futuro del programma nucleare iraniano è cosa fatta. Dopo l'annuncio della tv di Stato di Teheran, la prima ad aver ufficializzato l'accordo, è stata la volta, in una dichiarazione congiunta, dell’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini e del ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif.  Il piano include un compromesso che, in cambio del progressivo allentamento delle sanzioni, prevede la possibilità per gli ispettori dell'Agenzia Atonica dell'Onu di accedere presso tutti i siti nucleari dell'Iran, compresi quelli militari e il controverso sito di Parchin.

Con una precisazione imposta dall'Iran: l’accesso ai siti militari non sarà necessariamente garantito da Teheran che vanta il diritto di appellarsi a un tavolo arbitrale composto da rappresentanti del Paese e dei 5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania). Inoltre, il documento finale (di 100 pagine con cinque allegati) mira a una progressiva fine dell'embrago Onu sulle armi che resterà tuttavia ancora in vigore per altri 5 anni, e sull'acquisizione di missili balistici per i quali l'embargo durerà ancora otto anni. È previsto che le sanzioni rientrino in vigore entro 65 giorni qualora vi sia una violazione dell’accordo. 

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Obama, il grande vincitore

L'incontro definitivo si è svolto al Vienna International Center dove ufficialmente la riunione si è aperta alle 10,30. Il presidente americano, Barack Obama, grande vincitore di questa partita, ha parlato di un grande risultato grazie al quale "l'Iran non potrà sviluppare più la bomba atomica", avvertendo però Teheran, nel caso non rispetti le clausole, che "tutte le sanzioni saranno ripristinate e ci saranno serie conseguenze". "È un accordo basato sulla verifica, non sulla fiducia» ha messo in guardia il presidente che su questa trattativa si è speso anche personalmente a costo di scontentare gli storici alleati israeliani e sauditi. Il problema di Obama ora è semmai interno, quando dovrà "vendere" l'intesa al Congresso, in mano ai repubblicani, e all'opinione pubblica interna. Compito tutt'altro che semplice.

Le reazioni all'accordo
Non si è fatta attendere la prima reazione israeliana, per altro scontata. "Questo accordo è un accordo di resa storica da parte dell'Occidente verso l'Asse del Male con l'Iran in testa" ha detto il viceministro degli Esteri di Israele, Tzipi Hotovely. "Lo Stato di Israele agirà con tutti i mezzi per tentare di impedirne la ratifica". Subito dopo è intervenuto anche il premier israeliano, Benjamin Netanyahu: l'accordo con l'Iran sul nucleare "è un brutto errore di portata storica. L'Iran avrà un cammino assicurato verso le armi nucleari. Molte restrizioni che avrebbero dovuto evitarlo saranno eliminate", ha aggiunto Netanyah che nel corso della conferenza stampa ha fatto capire quale è la posizione di Tel Aviv: "L'Iran riceverà centinaia di miliardi dollari con cui alimenterà la sua macchina del terrore".  

Prima di parlare ufficialmente alla nazione il presidente iraniano Hassan Rohani ha twittato la sua soddisfazione: "L'accordo dimostra che un impegno costruttivo sul nucleare funziona. Chiusa questa crisi non necessaria, emergono nuovi orizzonti centrati sulle sfide comuni". Dopo aver espresso soddisfazione per un accordo che non ha esitato a definire storico,  Rohani ha elencato anche  i "quattro obiettivi raggiunti: proteggere la capacità nucleare, la tecnologia nucleare e l'attività nucleare. Porre fine alle sanzioni disumane e tiranniche. Occuparci di tutte le risoluzioni che dal nostro punto di vista erano inique. Far uscire il dossier nucleare dal capitolo VII". Lo stesso Vladimir Putin non ha mancato di esprimere la sua soddisfazione per un accordo dal quale la Russia si attende nuovi passi in avanti nel campo della relazione con Teneran: "Con l'accordo raggiunto oggi a Vienna sul nucleare iraniano il mondo ha tirato un grosso sospiro di sollievo. L'intesa - ha aggiunto - darà alle relazioni bilaterali tra Mosca e Teheran un nuovo potente impulso, favorirà la cooperazione nucleare civile fra Russia e Iran e contribuirà a combattere il terrorismo in Medioriente". 

Poi parlando alla nazione in diretta tv ha dichiarato come l'accordo sul programma nucleare raggiunto a Vienna rappresenta "un crocevia fondamentale nella storia del Paese e della rivoluzione khomeinista" e "apre un nuovo capitolo" nei rapporti internazionali di Teheran. L'accordo, ha detto, è "sostenibile" perchè "fa vincere tutti". "Dio ha risposto alle preghiere del popolo iraniano", ha dichiarato Rohani. Il presidente ha osservato che nei 12 anni di crisi sul nucleare "siamo stati illusi molte volte dalle grandi potenze ma adesso si è voltato pagina e si è aperto un nuovo capitolo basato sulla soluzione dei problemi".

I punti dell'accordo
1) L’Iran ha accettato una moratoria di 15 anni sull’arricchimento dell’uranio al di sopra del 3,67%. L’arricchimento verrà condotto presso Natanz, mentre la centrale di Fordo non svolgerà né attività di arricchimento né verrà usata come deposito di materiale fissile. L’Iran ha anche accettato di non conservare più di 300 kg di uranio a basso livello di arricchimento. Il reattore di Arak non verrà usato per produrre plutonio. Per i primi dieci anni continueranno le attività di ricerca e sviluppo su centrifughe avanzate ma “non finalizzate ad accumulare uranio arricchito”.

2)Le sanzioni verranno rimosse “quando l’accordo viene implementato” a partire dal 2016, non subito come richiesto dall’Iran. Ci saranno molte clausole e condizioni nel documento che dovrebbe essere adottato questo mese dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu. L’Aiea prevede una “road map” per valutare “le possibili dimensioni militari del programma” entro la fine del 2015: sono allora le prime sanzioni potranno essere rimosse. 

3) Gli ispettori dell’Aiea possono monitorare i siti militari incluso Parchin (e anche chiedere di incontrare gli scienziati nucleari) ma l’accesso non sarà automatico: non verrà necessariamente garantito oppure potrebbe essere consentito ma con ritardo. L’Iran ha inoltre il diritto di appellarsi a un tavolo arbitrale composto da rappresentanti del Paese e dei 5+1. Fino all’ultimo momento, questo è stato uno dei punti più critici: il rifiuto di accesso ai siti militari era infatti una delle “linee rosse” tracciate dalla stessa Guida Suprema Khamenei. 

4)Resterà in vigore per altri cinque anni l’embargo Onu sulle armi. Le restrizioni Onu sul trasferimento all’Iran di tecnologia legata ai missili balistici invece potrebbero durare fino a otto anni. L’Iran, appoggiato dalla Russia, voleva la fine immediata dell’embargo sulle armi imposto nel 2006. 

5) È previsto che le sanzioni rientrino in vigore entro 65 giorni dalla violazione dell’accordo. L’Iran e I 5+1 condurranno incontri a livello ministeriale due volte l’anno per valutare all’applicazione dell’accordo.


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