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Economia

Moscovici e il deficit italiano: i motivi della preoccupazione

"Serve un'Italia stabile, ancorata al progetto europeo e che non si avventuri in politiche economiche che mirano a "sfondare" il tetto del 3%, un controsenso assoluto, nel rapporto tra deficit e Pil". A parlare è Pierre Moscovici, commissario Ue agli Affari economici che si inserisce, senza troppe remore, nella campagna elettorale italiana con una dichiarazione che fa già discutere.

E come se non bastasse, a dare un ulteriore stoccata all'Italia, è arrivato poche ore dopo anche il commissario finlandese per il lavoro Jyrki Katainen: "È una situazione molto delicata. Spero che l'Italia sia guidata da un governo stabile pro-europeo, e che questo tipo di idee sia sostenuto dalla maggioranza degli italiani", ha detto.

È vero che quella di Moscovici può essere letta come un'ingerenza politica, un superamento dei confini. Ma le motivazioni e le ragioni che lo hanno portato a pronunciare quelle parole tanto sbagliate non sono. Gli equilibri europei dipendono anche dall'equilibrio dell'Italia. Un equilibrio che, alla vigilia delle prossime elezioni, non è affatto garantito.

I motivi della preoccupazione

Moscovici infatti si riferisce direttamente al Movimento 5 Stelle e al suo leader Luigi Di Maio che ha dichiarato, una volta al governo, di voler superare il tetto del deficit al 3% del pil imposto dalla Ue per poter fare investimenti in deficit ad alta redditività che serviranno (secondo lui) ad abbattere il debito, la vera piaga dei nostri conti pubblici.

Detta così, suona bene. Ma... non è detto che funzioni bene.

Per capirlo bisogna spiegare cos'è il deficit e che rapporto ha con il debito. Il deficit è la differenza (in negativo) tra le entrate e le uscite di uno Stato. I soldi entrano soprattutto con le tasse e escono per motivi diversi: spesa pubblica e investimenti in primis. Più i soldi vengono "spesi" male, meno il Paese produce ricchezza (pil) ed è costretto a indebitarsi. Ecco dunque che entra in gioco l'altra voce, il debito pubblico che una volta innescato viene "ripagato" ai creditori attraverso i soldi pubblici andando a contruire all'innalzamento del "deficit".

Oggi l'Italia è un Paese con un livello altissimo di debito (133% del pil) che non ne vuole sapere di scendere. E dall'altra parte c'è un'Europa che grazie alla politica monetaria della BCE che ha sostenuto la crisi economica, inizierà presto a ridurre gli aiuti grazie al fatto che iniziano ad avvertirsi i primi segnali di ripresa e i singoli stati saranno chiamati sempre di più a camminare sulle proprie gambe. I tassi di interesse dunque riprenderanno a salire (per quanto lentamente e con gradualità) e con loro il costo del nostro debito mentre l'Italia soffre ancora di una crescita minima, troppo per riuscire a essere considerata già ora "strutturale".

Ecco dunque che l'Europa sta andando in una direzione diversa da quella che vorrebbero prendere i 5 Stelle, con paesi come la Spagna, Cipro e Grecia in netta ripresa (il Portogallo ormai è diventato un modello di forte espansione), la Francia che è riuscita (finalmente) a rientrare con il deficit al di sotto del 3% del pil e la forte Germania che ovviamente mantiene il primato della solidità economico-finanziaria per quanto stia cercando ancora un equilibrio politico.

Insomma, l'Italia rischia di rimanere "esclusa" dal forte asse europeo che si sta costruendo intorno a Francia e Germania e che vede molti paesi prima sofferenti ora più in salute. Sempre nell'ambito dei parametri europei. Un isolamento che non farebbe bene a nessuno, perché avrebbe conseguenze economiche e politiche notevoli rischiando di far rimanere il Paese solo contro il resto d'Europa.

Le reazioni

Non sono mancate ovviamente le reazioni dal mondo politico. Pierre Moscovici "è un commissario socialista francese, non parla a nome dell'Unione Europea" ha dichiarato il presidente dell'europarlamento, Antonio Tajani, in un'intervista a Radio Anch'io. "Che ci sia preoccupazione per l'instabilità è vero, ma credo ci sarà un governo stabile, gli italiani andranno a votare per far contare di più questo Paese".

"È un'ingerenza esterna" è stata la prima reazione da parte del centrodestra, "un'inaccettabile intrusione di un burocrate europeo nelle elezioni italiane", ha dichiarato Matteo Salvini.

Luigi Di Maio, il più colpito dalle parole di Moscovici ha dichiarato: "spiace" questa ingerenza, premette. E poi chiede "un confronto pubblico a Moscovici" per spiegargli che i Cinque stelle "vogliono fare investimenti in deficit ad alto moltiplicatore per ripagare il debito". Per poi concludere con una stoccata: "tra l'altro, Moscovici viene da una nazione, la Francia, che ha sforato il 3% per anni".

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