È morto Franco Scaglia, narratore tra cinema, teatro, libri e tv - Foto

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Franco Scaglia, all'epoca presidente di Rai Cinema, all'Auditorium di Via della Conciliazione a Roma per i dieci anni di RaiCinema, 18 novembre 2010.
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14 settembre 2002, Venezia. Il vincitore Franco Scaglia ha appena ricevuto il Campiello dal presidente Enel Paolo Scaroni.
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13 settembre 2002, Venezia. I cinque scrittori finalisti del premio letterario Campiello: da sinistra Franco Scaglia, Giancarlo Marinelli, Diego Marani, Nico Orengo e Giosu Calaciura.
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16 settembre 2000, Venezia. I I cinque scrittori finalisti del premio letterario Campiello sulla terrazza dell'hotel Gritti: da sinistra Franco Scaglia, Vito Bruno, Paola Mastrocola, Sandro Veronesi e Sergio Ferrero.
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Franco Scaglia

È morto questa mattina a Roma all'età di 71 anni Franco Scaglia. Lo ha riferito la moglie attrice Mascia Musy.

Scrittore e giornalista, autore di teatro, premio Campiello, Scaglia è stato per quarant'anni dirigente Rai, a lungo presidente di Rai Cinema e del Teatro di Roma.  I funerali saranno domani mattina a Roma, alle 11, nella Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo.

In una nota della Rai si legge:

"Franco Scaglia, con il suo alto profilo culturale, ha dato un apporto fondamentale alla Rai di cui è stato dirigente per molti anni". 

Nato in Liguria, a Camogli (Ge), il 27 marzo 1944, figlio del direttore d'orchestra Ferruccio, Scaglia aveva iniziato la sua carriera come giornalista firmando per testate come Il Piccolo, Avanti!, Il Tempo, Il Messaggero, L'Unità, Sipario e dirigendo poi periodici come Il Nuovo Osservatore, Achab e Il viaggio in treno.

Per più di 40 anni al servizio della Rai, a viale Mazzini era partito proprio dalle pagine del RadioCorriere Tv passando presto al Giornale Radio, a Rai2, promosso poi a vicedirettore di Radio Rai, condirettore di Rai International, vice presidente di RAI SAT, presidente di New.Co Rai International fino alla presidenza di Rai Cinema, dal 2004 al 2013.    

L'amore per il palcoscenico, per cui ha scritto numerose pièce, nel 2010 lo ha portato anche alla presidenza del Teatro di Roma. Vincitore nel 2012 del Premio Flaiano per la tv, parallelamente Scaglia ha sempre continuato a scrivere, spesso ritirandosi nella sua casa in cima all'isola di Filicudi, dagli ultimi titoli di ispirazione cattolica come Il viaggio di Gesù, Il giardino di Dio, In cerca dell'anima e Cercando Gesù (questi ultimi due con Monsignor Vincenzo Paglia), al racconto della sua famiglia in Luce dei miei occhi, fino alle storie di spionaggio Il custode dell'acqua - con cui ha vinto il Campiello nel 2002 -, Il gabbiano di sale e L'oro di Mosè, vincitore del Premio Internazionale di Letteratura Religiosa. Tutti romanzi ambientati in Terra Santa, in cui l'eroe è il francescano Padre Matteo, una sorta di Indiana Jones in tonaca, a sua volta ispirato all'amico di una vita, l'archeologo Padre Michele Piccirillo, scomparso nel 2008.    

Negli anni alla presidenza di Rai Cinema, Scaglia si era particolarmente concentrato sui documentari, promuovendo e a volte firmando egli stesso anche molti racconti di viaggio, da Il tesoro di Edimburgo all'ultimo Lisbona, la lucente, ancora inedito, o Gerusalemme La Santa. Proprio alla Terra Santa Scaglia aveva dedicato tanta parte della sua vita e della carriera, dopo un primo viaggio, più di 30 anni fa, a Gerusalemme.
Sul Monte Nebo, dal lato Giordano, lì dove Mosè ebbe la visione della Terra Promessa e dove oggi risposa anche Padre Piccirillo, Scaglia aveva sposato sua moglie Mascia. Lassù tornava ogni volta, l'ultima un anno fa, per un nuovo racconto, Pietre vive, seguendo le orme della pellegrina Egeria. Avrebbe dovuto tornarci ancora a maggio scorso, per un nuovo documentario, ma la salute glielo aveva impedito. Ci tornerà adesso. La famiglia, dopo i funerali, vorrebbe portarlo a riposare proprio sul Nebo. 

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