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Milano: "Albergo Diurno Venezia", dove il tempo si è fermato - FOTO e VIDEO

Andrea Del Bo
Milano, 19 ottobre 2017 - Il listino prezzi dell'Albergo Diurno Venezia di Milano
Andrea Del Bo
Milano, 19 ottobre 2017 - Un bagno dell'Albergo Diurno Venezia di Milano, un edificio protetto dal FAI
Andrea Del Bo
Milano, 19 ottobre 2017 - Il folto gruppo dei partecipanti al tour guidato di Panorama d'Italia all'interno dell'Albergo Diurno Venezia di Milano, un edificio protetto dal FAI
Andrea Del Bo
Milano, 19 ottobre 2017 - I biglietti che venivano staccati fino agli '70 per poter accedere alle docce dell'Albergo Diurno Venezia di Milano
Andrea Del Bo
Milano, 19 ottobre 2017 - Alcuni dei partecipanti al tour guidato di Panorama d'Italia all'interno dell'Albergo Diurno Venezia di Milano
Andrea Del Bo
Milano, 19 ottobre 2017 - Nella sala principale dell'Albergo Diurno Venezia di Milano
Andrea Del Bo
Milano, 19 ottobre 2017 - Una delle vasche dell'Albergo Diurno Venezia di Milano
Andrea Del Bo
Milano, 19 ottobre 2017 - Il corridoio con le varie stanze da bagno dell'Albergo Diurno Venezia di Milano
Andrea Del Bo
Milano, 19 ottobre 2017 - I corridoi della salone principale dell'Albergo Diurno Venezia di Milano da dove si poteva accedere direttamente alle docce, al barbiere, al parrucchiere o al pedicure

Era considerato il salotto di Milano, un simbolo di eleganza ed accoglienza. Nel 1926 l’Albergo Diurno Venezia era un luogo raffinato dove i viaggiatori sostavano per un bagno rinfrescante. Oggi, dopo anni di incuria, è stato recuperato dal Fai (Fondo ambiente italiano) e aperto al pubblico di Panorama d’Italia.

All'interno del Diurno

“Dovete fare uno sforzo di immaginazione - ha detto Lucia Borromeo, responsabile della ricerca storica dell’albergo, introducendo la visita guidata - in questo salone un tempo c’erano arredi di lusso, per la sua realizzazione venne ingaggiato un architetto di grido, Piero Portaluppi. I decori erano tutti art decò”.

I bagni e la loro storia

L’Albergo Diurno Venezia è stato in funzione fino agli anni ’70: “Qui i viaggiatori si fermavano per fare un bagno, ce ne sono 40. Nei primi decenni del secolo le locomotive erano a carbone, i treni sporchi, e nelle case non c’era l’acqua corrente”. Il tema dell’acqua “è fondamentale per capire questo luogo. Alla fine dell’800 con la scoperta dei germi inizia la prevenzione igienica. Diventa un’esigenza fortissima migliorare il benessere sanitario della popolazione. Perciò luoghi come questi erano molto apprezzati”.

Dal parrucchiere al pedicure

Nella zona laterale del salone d’ingresso restano parte delle strutture che ospitavano parrucchieri, barbieri, manicure, pedicure. Nel 1985 la struttura è stata chiusa del tutto e il Fai l’ha recuperata nel 2015: “Quando siamo entrati la situazione era pessima, polvere ovunque, l’umidità si è mangiata tutto - fa notare Lucia Borromeo - ora è partito un progetto di recupero. Speriamo davvero di riportarlo ad essere un luogo di accoglienza”.

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