Lucio Dalla: il concerto perduto di New York arriva al cinema e nei negozi

Nell’estate del 1986 Lucio Dalla, in compagnia di alcuni amici, stava attraversando il golfo di Sorrento con la sua barca. È già considerato uno dei giganti della musica italiana ed è di ritorno dal concerto al Village Gate di New York, dove con gli Stadio ha registrato un album live destinato a chiamarsi Dall’America. Le cose, però, vanno diversamente, e non è detto che sia un male. All’album, infatti, manca ancora una canzone inedita, che tarda ad arrivare. Ed è proprio di ritorno dagli States, quando la sua barca si rompe al largo della costa di Sorrento, che nasce Caruso, una delle canzoni italiane più conosciute e amate a livello internazionale. Quando la sua imbarcazione in panne tra Napoli e Sorrento fu rimorchiata a riva, Dalla andò a dormire all’Hotel Excelsior dove gli fu assegnata proprio la camera dove, nel 1921, aveva soggiornato Enrico Caruso. Secondo la leggenda, il grande cantante, malato e alla fine della sua vita, in quell’hotel di Sorrento si era innamorato di una giovane a cui insegnava musica. A Dalla lo racconta l’allora barista dell’albergo, Angelo Leonelli.

Seduto al pianoforte di Caruso, nell’hotel che era stato palcoscenico di quell’amore straziante, il cantautore bolognese compone un brano che tiene insieme la sua fantasia pop e la migliore melodia della tradizione napoletana e italiana. Così, il disco cambia nome e diventa DallAmeriCaruso, l’album più famoso di Dalla, un classico assoluto della canzone internazionale, capace di vendere, in varie lingue, più di 38 milioni di copie. A 80 anni dalla nascita di Lucio Dalla, in occasione del ritrovamento delle riprese integrali del suo famoso concerto al Village Gate di New York del 1986, arriva al cinema solo il 20, 21 e 22 novembre Dallamericaruso. Il concerto perduto, un film evento diretto da Walter Veltroni e prodotto da Nexo Digital e Sony Music (elenco delle sale su nexodigital.it).

Questo nuovo documentario arriva sulla scia del successo di Fabrizio De André e PFM – Il concerto ritrovato, dagli stessi creatori, sempre diretto da Veltroni: l’evento al cinema è pensato per far rivivere agli spettatori l’emozione della musica di Lucio Dalla, sbarcato nella Grande Mela forte di un repertorio incredibile affiancato dalla sua band, gli Stadio. Un film da ascoltare e da cantare, che racconta il viaggio americano, per lui un punto d’arrivo e al tempo stesso l’occasione per una nuova ripartenza che lo porterà a scrivere uno dei suoi più grandi capolavori.

Il docu-film in 4K porta sul grande schermo le riprese integrali del concerto al Village Gate di New York del 1986 di Dalla, a cura di Ambrogio Lo Giudice, tour producer Pressing Line, andate quasi interamente perdute, ora ritrovate, restaurate e rimasterizzate in Dolby Atmos. In Dallamericaruso. Il concerto perduto troviamo gli oggetti e i pensieri di quei giorni e li ripercorriamo in compagnia della cantautrice rock e attrice Angela Baraldi, che era a bordo del “Catarro” quando avvenne il guasto, di Gaetano Curreri e Ricky Portera degli Stadio, dei proprietari dell’Hotel Excelsior Guido Fiorentino e Lidia Fiorentino, dell’ex concierge Antonino Galano, del critico musicale Gino Castaldo, del regista Ambrogio Lo Giudice, dell’autore televisivo Nicola Sisto e di Paolo Glisenti, spettatore - come hanno mostrato le immagini di repertorio - della serata del Village Gate.

A completare il racconto, le immagini private e del tutto inedite di Lucio Dalla e l’interpretazione struggente del pianista Danilo Rea. Dal 20 novembre in digitale e dall’1 dicembre in formato fisico, il concerto sarà disponibile per la prima volta in un album, Dallamericaruso - Live at Village Gate, New York 23/03/1986 (Sony Music). Le versioni fisiche contengono anche tre testi scritti da Walter Veltroni, Ambrogio Lo Giudice e Lorenzo Cazzaniga. La versione Dolby Atmos, inoltre, contiene anche il brano Caruso. Un'occasione speciale per riascoltare dal vivo, durante un concerto speciale, le canzoni profonde e intense di Dalla, la sua voce straordinaria, la sua musica così ricercata che attingeva alle sue esperienze giovanili nel jazz (soprattutto nell'uso dello scat), che lo rendevano un artista fuori dal tempo, che ha lasciato un vuoto incolmabile nel panorama della musica italiana.

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