L’infinito abbassato al livello dei barboncini: l’autosadismo di Louis l’annientato

«L’amore è l’infinito abbassato al livello dei barboncini», scriveva nel 1932 lo stesso uomo che sei anni prima, in una lettera alla donna a cui è dedicato il libro in cui questa frase appare, scriveva:

Tesoro mio

Che cosa succede -? Mi domando dove sei
… se [sei] lontana… [sto] parlando alla luna?
Dai! Prova a scrivermi un po’ –
Scoiattolo? – ? Perduta? Consumata?
O stai facendo fortuna? Mi domando
Le fortune non si fanno in una settimana.
Torna presto o te le suono.

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