A Valencia il grande fuoco de Las Fallas

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19 marzo 2013. Una "mascleta" in centro città.


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18 marzo 2013. Il centro di Valencia affollatissimo durante una "mascleta", una forte raffica coordinata di esplosioni di petardi e fuochi d'artificio.


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14 marzo 2013. Ultimi ritocchi a un "Ninot".


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14 marzo 2013. Una Falla nel centro di Valencia.


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11 marzo 2013. Una Falla caricaturizza il Re Juan Carlos.


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13 marzo 2013. Una Falla lungo una strada di Valencia.


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15 marzo 2013. Un 'ninot' riproduce in forma satirica il Primo ministro spagnolo Mariano Rajoy.


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16 marzo 2013. Un 'ninot' riproduce in forma satirica il Primo ministro spagnolo Mariano Rajoy.


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19 marzo 2013. Una Falla che rappresenta una caricatura del Dio indù Ganesha, con testa d'elefante, lungo una strada di Valencia. Questa Falla non è stata bruciata, ma smantellata, dopo che un uomo ha cercato di immolarsi davanti ad essa per impedire che l'effigie di una divinità venisse distrutta.


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17 marzo 2013. Il palazzo del municipio di Valencia circondato dal fumo di una "mascleta", una forte raffica coordinata di esplosioni di petardi e fuochi d'artificio.


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19 marzo 2013. Petardi e fuochi d'artificio in centro città.


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17 marzo 2013. Una serie di Fallas riproduce in satirica effigie il Primo ministro Mariano Rajoy, il Ministro delle finanze Cristobal Montoro e la vice presidente del Governo, Soraya Saenz de Santamaria, tutti a lezione "di tagli" dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel.


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17 marzo 2013. Una serie di Fallas riproduce in satirica effigie il Primo ministro Mariano Rajoy, il Ministro delle finanze Cristobal Montoro e la vice presidente del Governo, Soraya Saenz de Santamaria, tutti a lezione "di tagli" dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel.


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15 marzo 2013. Una Falla riproduce in satirica effigie il Ministro del tesoro Cristobal Montoro.


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19 marzo 2013. "Ninot" dati alle fiamme nella piazza principale di Valencia.


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20 marzo 2013. Vigili del fuoco impegnati a spegnere l'incendio dei Ninot, che conclude i festeggiamenti de Las Fallas.


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20 marzo 2013. Un Ninot raffigurante il Primo Ministro Mariano Rajoy va a fuoco durante il grande incendio delle Fallas.


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20 marzo 2013. Due Ninot raffiguranti il Primo Ministro Mariano Rajoy e la Cancelliera tedesca Angela Merkel vanno a fuoco durante il grande incendio delle Fallas.


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20 marzo 2013. Vigili del fuoco in azione sul finire della festa.


Si sono concluse nella notte le tre settimane di festeggiamenti dedicate dalla città di Valencia alla festa popolare conosciuta come "Las Fallas", cominciate il 25 febbraio scorso, e che hanno animato la città con fuochi d’artificio, bande musicali, bancarelle che vendono pietanze tipiche, corride, locali e ristoranti aperti fino a tardi, spettacoli visivi e innumerevoli festeggiamenti "sonori": mascletà, despertà, spettacoli pirotecnici, canti e cori della gente.


La festa ha origine in un’antica consuetudine, quando i falegnami, all’arrivo della primavera, mettevano in strada il legno eccedente e inutilizzato accumulatosi nelle loro officine nel corso dell'inverno. Un cumulo di legna che veniva incendiato alla vigilia del giorno dedicato al patrono dei falegnami: San Josè (San Giuseppe), il 19 marzo. Nel tempo, i valenciani presero l'abitudine di disfarsi, con l'occasione, delle cose vecchie e inutili, messe per strada e bruciate insieme alla legna. Più tardi fecero la loro comparsa anche fantocci o cartelli con allusioni e critiche alle persone del quartiere o ai problemi della città: gli antenati di quelle che sarebbero diventate le Fallas, dalle quali la festa prende il nome. Si tratta di opere monumentali, costruite in legno e cartapesta, che rappresentano in forma satirica personaggi e situazioni legati all’attualità o alla tradizione popolare. A realizzarle, nel corso dell'anno, artisti e scultori locali chiamati falleros.


Nei giorni dal 14 al 19 marzo, quando la città è colorata e animata da una lunga serie di eventi, le Fallas sono disposte nelle vie e nelle piazze della città. Per il gran finale della festa, questi monumenti vengono bruciati in un immenso falò, nonostante la loro bellezza e i mesi di lavoro necessari per prepararli. Solo un'effigie viene salva dal fuoco: quella preferita dai visitatori alla festa per bellezza, arguzia e forza satirica. Scampando al rogo, viene definita Ninot indultat e trova posto nel Museo Fallero, ricavato in un ex convento, insieme ai ninot indultati negli anni precedenti.

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