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La metamorfosi di Piero Grasso

Piero Grasso, ex ottimo magistrato e ottimo procuratore nazionale antimafia, si sta purtroppo trasformando in un pessimo candidato elettorale. Va in tv, dove dimostra di non sapere molto di economia, e poi dichiara che non si stupirebbe affatto se un qualche magistrato aprisse un fascicolo per indagare Silvio Berlusconi per il reato di voto di scambio, dopo la sua proposta di restituire agli italiani (in contanti o sul conto corrente) l’Imu pagata nel 2012.

Non è una battuta. Grasso cita anche il codice penale, ricordando che per quel reato è punito non solo chi offre denaro in cambio di voti, ma anche chi accetta il patto osceno.

Ecco: anche questo elemento concorre alla formulazione di un giudizio inevitabilmente, pesantemente negativo su questa campagna elettorale. Chissà, forse è colpa di una visione ultragiudiziaria, iperpenale della vita, immagino inevitabile in un magistrato. Però resta il fatto che trasformare in un’ipotesi di reato una proposta elettorale (opinabile quanto si vuole) è una follia che può capitare soltanto in Italia. Le proposte sono proposte: possono essere intelligenti, giuste, stupide, oneste, folli, razionali, demenziali. Chi le fa ne è responsabile davanti agli elettori, che liberamente scelgono. Adesso vogliamo sottoporle al vaglio preventivo della magistratura? Assurdo!

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