Kurt Cobain: un nirvana lungo vent'anni

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E’ la mattina dell’8 aprile 1994 quando una macchina bianca e azzurra della polizia di Seattle risponde alla chiamata di un elettricista che stava installando un impianto di sicurezza e corre al 171 di Lake Washington Boulevard, Seattle. 

Kurt Cobain giace sul pavimento della mansarda sopra ai garage. Al suo fianco un fucile a pompa Remington e una lettera indirizzata alla moglie. In corpo,un cocktail micidiale di eroina e benzodiazepine. 

Il coroner stabilisce la data della morte: è il 5 aprile di 20 anni fa.


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Nella lettera trovata accanto al corpo di Cobain indirizzata alla moglie Courtney Love, il cantante fa cenno soprattutto all'insopportabile malessere fisico, aggravato negli ultimi mesi da una grave forma di bronchite.


Library of Congress via Wikicommons

Ponte sul Whishkah river nella cittadina di Aberdeen nello stato di Washington, città natale di Kurt Cobain.


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Stavolta Kurt c’è riuscito.
La morte lo aveva già sfiorato diverse volte. La moglie Courtney Love dichiarò in seguito alla morte di Kurt che appena un  mese prima suo marito tentò di farla finita. I Nirvana erano a Roma per l’ultima data del tour mondiale. All hotel Excelsior Cobain va in coma per l’assunzione massiccia
di Roipnol e champagne. Portato d’urgenza al Policlinico Umberto I, è tratto in salvo dal Prof. Umberto Galletta. Il quale tuttavia minimizzò sul tentato suicidio. Ma appena pochi giorni dopo, il 18 marzo, Courtney Love chiama il 911 di Seattle perché Kurt si è chiuso in una stanza, drogato e armato. Gli agenti trovano due pistole e le sequestrano. Due  settimane dalla morte del cantante, Kurt e sua moglie sono sull’orlo del divorzio. Pochi giorni dopo è in un centro di disintossicazione a Los Angeles, dal quale fuggirà la sera del 31 marzo, scavalcando una recinzione e sparendo nel nulla.
Sarà visto vagabondare a Seattle per l’ultima volta il 2 e il 3 aprile 1994.
Poche ore ormai lo separano dal Valhalla delle rockstar.


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8 Aprile 1994. Scena del suicidio. In una scatola sul pavimento della mansarda, una scatola con l'occorrente per iniezioni di eroina.


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Secondo la rivista Forbes, Kurt Cobain ha superato Elvis Presley nella classifica delle rockstar che hanno guadagnato di più dopo la morte.
Nel solo 2006 al leader dei Nirvana sono attribuiti introiti per oltre 26 milioni di sterline.


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La vita di Kurt poteva essere quella di tanti altri suoi coetanei. Nato nel 1967 in una famiglia modesta ma dignitosa, figlio di un meccanico e di una cameriera, fu presto gravemente turbato dal divorzio dei genitori, quando aveva 7 anni. Il suo carattere mutò improvvisamente. Divenne chiuso e nervoso, a scuola il rendimento crollò e cominciò a comportarsi da bullo, fino a mostrare comportamenti omosessuali apertamente volti alla provocazione contro i “normali”.  Non completò mai gli studi, abbandonandoli appena prima del diploma superiore.

Quello che non abbandonò fu la passione per la musica. Iniziato da parenti che avavano avuto esperienze musicali varie, crebbe ascoltando autori altrettanto diversi. Mentre incamerava il talento compositivo dei Beatles, assorbiva il ribellismo punk rock dei Ramones e dei Sex Pistols. 


Nel 1986 abbandona la famiglia del padre, al quale era stato affidato dallo psicoterapeuta che lo curava. Lavora presso un resort turistico a nord di Seattle e in questo periodo si lega sentimentalmente a due ragazze con le quali avrà due storie sentimentali tormentate: prima con Tracy Marander che lo lascerà per la vita indolente e sregolata che Kurt conduceva in quei mesi. Tracy ispirò il testo del brano di punta di Bleach ,primo album dei Nirvana, “About a girl”.

Con la seconda, Tobi Vail, ebbe un rapporto platonico ma non meno tormentato. Durante il rapporto con quest’ultima concepì il brano più famoso della sua carriera, “Smells like teen spirits”. Il titolo non è altro che il nome di un deodorante ampiamente diffuso tra gli adolescenti americani. Nella foto, la campagna pubblicitaria del deodorante uscita sulle pagine dei magazines durante il 1991.


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Due anni separano “Bleach” da “Nevermind”, l’album che consacra il successo dei Nirvana e che elegge Cobain a simbolo tormentato di una generazione. Etichetta sempre rifuggita dal leader del gruppo, che mal sopportava il peso di un successo planetario giunto in pochi mesi. 

Prodotto dalla major Geffen Records, il disco centuplicherà le aspettative commerciali, arrivando a vendere 25 milioni di copie nel mondo.

Nella foto: Grohl, Cobain e Novoselic ai tempi di "Nevermind" (1991).


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Il 1991 è un anno chiave per Kurt. E'l anno del successo esplosivo del secondo album, e durante lo stesso periodo conosce la futura moglie Courtney Love, voce del gruppo punk “Hole” che sposerà l’anno successivo indossando un pigiama blu e una borsa di stoffa ricamata.


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Dalla relazione con Courtney, sempre tormentata e funestata da frequenti crisi e dall’abuso di eroina e alcool di Kurt, nascerà la figlia Frances Bean che sarà oggetto di scandalo per l’abuso di farmaci e droghe da parte della coppia.

Dopo un intenso martellamento mediatico e una denuncia da parte del dipartimento per la tutela dei minori di Los Angeles, la bambina è affidata alla zia materna Jamie fino al ricorso della coppia ed al ritorno di Frances coi genitori.


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Siamo così al terzo ed ultimo album dei Nirvana, “In Utero”, uscito nel 1993 e balzato immediatamente in cima alle top charts. 

Ma si tratta anche dell’album che crea una frattura profonda sia tra i membri dei Nirvana , sia una distanza sostanziale dalle sonorità aggressive ed essenziali di “Nevermind”. 

A tutto ciò aveva contribuito l’ingresso del produttore Steve Albini (foto), che fu chiamato alla produzione dell'album dalla stessa band. Albini aveva idee raffinate, in evidente contrasto con la ruvidità dei suoni e l’essenzialità compositiva di Cobain, oltre a considerare sostanzialmente i Nirvana un “gruppo di ragazzini”.


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Tra il 1993 ed il 1994, anno del suicidio, le condizioni psicofisiche di Kurt precipitano. Sfumati i tentativi di disintossicazione del 1992, anno di nascita della figlia, il frontman dei Nirvana scivola sempre di più verso uno stato di grave psicosi. 


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E’in questo periodo che Cobain dichiara di essere diventato eroinomane in seguito a una forma cronica di gastrite sviluppata sin dall’adolescenza che non gli avrebbe dato tregua, tranne dopo l’assunzione di droga e calmanti, in sostituzione di una terapia farmacologia.

All’inizio del 1994 al cantante è diagnosticata una grave forma di bronchite con una altrettanto grave complicanza a carico della laringe. Siamo all’epilogo, e l’ultimo giorno nella mansarda di Seattle si sta rapidamente avvicinando.

Il suo stato di malessere fisico sarà citato apertamente nella lettera trovata accanto al suo corpo, che sarà cremato e le cui ceneri saranno parzialmente disperse ai piedi del salice di fronte alla casa di Lake Washington Boulevard, Seattle.


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SUICIDIO O OMICIDIO? IL COLD CASE DI KURT

Come spesso accade dopo i suicidi “eccellenti”, si rincorrono teorie, sospetti e incongruenze sulle cause della morte. Nel caso di Kobain ad alimentare i dubbi è stata principalmente l’opera di ricerca di due giornalisti, Ian Halperin e Max Wallace e di Tom Grant, l’investigatore incaricato da Courtney Love di investigare sulla scomparsa del marito nei suoi ultimi giorni di vita.

Di fatto, la teoria dell’omicidio espressa dagli autori riguarda soprattutto l’esito degli esami tossicologici post mortem del sangue di Cobain. La loro ipotesi tende a dimostratre l’impossibilità di maneggiare un fucile a pompa sotto l’effetto di un’altissima concentrazione di sostanze stupefacenti nel sangue, che entrano in circolo pochi secondi dopo l’iniezione.

Altre ipotesi indicano l’assenza di impronte digitali relative a Kurt, e di  possibile inquinamento della scena del crimine. Le ipotesi di omicidio non escludono presunzioni di colpevolezza nei confronti di Courtney Love, dalla quale Cobain stava per divorziare. Nonostante gli sforzi investigativi dei complottisti e nonostante le voci di riapertura del caso nel marzo 2014, la morte del leader dei Nirvana resta classificata come “suicidio” negli archivi della polizia di Seattle.


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Il primo nucleo dei Nirvana si forma proprio in questi mesi. Il cuore della band è costituito da Cobain e da Kris Novoselic, un californiano conosciuto negli ambienti del rock “controculturale”. I due lavorano al primissimo album dei Nirvana, “Bleach”, uscito nel 1989 e prodotto dall’etichetta indie Sub Pop.

Al primo batterista Chad Channing subentra a breve il terzo Nirvana, Dave Grohl, oggi frontman dei Foo Fighters (nella foto).


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Secondo Forbes, Kurt Cobain ha superato Elvis Presley nella classifica dei guadagni dei personaggi famosi autori scomparsi, totalizzando oltre 26 milioni di sterline nel solo 2006. 


©Fender Press Image

Una Fender Jaguar, una tra le chitarre preferite da Kurt Cobain.

Con una chitarra come questa, Kurt registrò il brano di maggior successo dei Nirvana, "Smell like teen spirit".


Il 5 aprile del 1994 moriva nella sua casa di Seattle il leader dei Nirvana, la rockstar simbolo del grunge e della “generazione x” degli anni ‘90. 

Esattamente come i miti del rock morti prima di lui, aveva 27 anni. 

La breve storia di un ribelle fragile, di un bohémien di fine millennio consumato dall’eroina e dal mal di vivere.

-- LEGGI ANCHE: Kurt Cobain, vent'anni senza: i drammatici giorni a Roma nel 1994

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