Kim se ne frega degli hater. E vince

Kim Kardashian e il suo opulento lato B sono senza alcun dubbio la migliore interpretazione del nostro tempo. È lei l’Andy Warhol di questa fiera delle vanità. Infatti, quei furboni di Dolce&Gabbana l’hanno scelta come protagonista dell’ultima campagna.

Biondissima, si rotola in un letto sfatto, tra lampadari antichi, specchi, veli, bustini e abiti animalier. Che panterona.

È stata la super ospite delle sfilate milanesi e ha infuocato gli animi social: «Sei assolutamente perfetta», «Iconica, bellissima», «Kim è la regina», «La più sexy», «È l’istante che stiamo vivendo». Fino all’onnicomprensivo: «Guapetona».

Non sbaglia un colpo, in pratica non facendo nulla. Un’abilità decisamente da invidiare.

In reggiseno di cristalli rossi, gonna aderente come un guanto di paraffina, sembra uscita da un film di Baz Luhrmann. Mentre sale le scale a passettini da geisha il suo culone mette in ginocchio i fan del web: «Siamo pazzi di te», «Più invecchia, più è bella», «La dolce vita», «Diva».

Frangia a tendina, lungo capello nero e crocifisso al collo. Solo un’altra star, ossia Madonna, era in grado di reinventarsi qualunque abito indossasse. Pure con una vecchia maglietta della Roma, stagione ’97-’98, ha fatto il giro del mondo e di Twitter.

Lei, 4 figli (il nome della prima, North West, è un’opera dadaista), con la mitica copertina di Paper, il sogno proibito di ogni editore (ne dovettero ristampare al volo 35.000 copie) è riuscita a fare saltare il banco e Internet. Letteralmente.

La sua capacità di guadagnare cifre iperboliche alla faccia del corpo delle donne è da grande imprenditrice.

Nell’era dove a ognuno è permesso mettersi in vendita sui social come un prosciutto, Kim ha fatto di sé mercanzia prelibata (sempre unta da chili di olio come se uscisse da una friggitrice, che fa tanto poster anni Ottanta da retro del camion).

E poi, la famiglia trasformata in un reality show, il video porno casalingo, la violenta rapina a Parigi, un matrimonio durato solo 72 giorni. Sempre un passo oltre il pop.

L’hanno criticata, insultata, odiata, ma inserita tra le donne più influenti del pianeta.

Anche quando con l’ex potente marito, il rapper Kanye West, finirono sulla copertina di Vogue li ricoprirono di fango. Erano bellissimi, ma controversi. La socialite orgogliosamente armena proprio grazie a quell’odio è ascesa nell’Olimpo e su una mongolfiera di fatturato si allontana gloriosa.

Tuttavia, anche a questo giro non sono mancate le polemiche: «Ormai sembra un robot e con gli abiti aderenti è ridicola», «Questa campagna pubblicitaria è terribilmente cheap», «Mette filtri su filtri», «La gente è così ossessionata con la sua vita, forse non ha davvero nulla di meglio da fare?». Fino al tombale: «Kimtesencula».

Non ti preoccupare Kim, 346 milioni di follower lo fanno ogni giorno.


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