Ken Scott: in libreria la prima monografia dell'artista

«Detesto la parola stilista. Lo stilista seleziona le idee degli altri, non crea. Preferirei essere chiamato designer». È dedicato a Ken Scott l’ultimo volume fotografico edito da Rizzoli Illustrati per Mondadori Electa.

Il libro - intitolato Ken Scott - rappresenta la prima monografia esaustiva sul grande artista. La sua copertina non poteva che ritrarre quei fiori dai colori brillanti, “trademark" del creativo, il cui contributo va ben oltre l’universo moda.

Nato nel 1918 nell’Indiana, Ken Scott manifesta sin da giovane una forte passione per la pittura che lo porta a studiare a New York, alla prestigiosa Parson School. Durante i suoi studi conosce molti grandi nomi dell’arte come Chagall, Rothko e Paul Klee - che Scott considera il suo maestro - prima del fatico incontro con Peggy Guggenheim nel 1946. È lei la prima a credere nel suo talento e a organizzargli una personale di pittura.

Lo spirito curioso di Ken Scott lo spinge però a trasferirsi in Europa: prima a Parigi e in Costa Azzurra - dove conduce una vita bohémienne - per poi approdare in modo definitivo a Milano nel 1955. Ed è qui che fonda il marchio Falconetto. «Il giorno in cui ho iniziato a disegnare tessuti; quello è stato il giorno in cui ho smesso di essere un pittore». Così Ken Scott descrive l'inizio della sua storia d’amore con il mondo della moda.

Per primo osa stampare i suoi disegni su tessuti artificiali e inediti inventando una moda “facile da usare” che si lava a mano, asciuga in fretta, non deve essere stirata e si compatta in valigia. Versione chic del flower power, Scott predilige linee molto semplici e dritte per i suoi capi, in modo da esaltare ed equilibrare l’esuberanza della stampa. Le sue collezioni di abiti e accessori - lanciate nel 1962 - lo rendono celebre in tutto il mondo e le sue sfilate diventano ben presto un evento imperdibile per gli addetti ai lavori.

(Alfa Castaldi)

Ma la creatività di Ken Scott non si esaurisce con le sue collezioni di moda. Artista a 360 gradi non si accontenta di vestire le donne più belle del mondo - tra cui Audrey Hepburn, Monica Vitti, Brigitte Bardot, Marella Agnelli - e nel 1969 apre un ristorante a Milano dove tutto - dalle piastrelle alle forchette, dai bicchieri agli sgabelli, dai piatti alle lampade - è disegnato da lui, dimostrazione concreta e stupefacente del suo non avere limitazioni nell’ambito dell’arte applicata.

E le sorprese non finiscono qui. Nel 1979, durante un’intervista, Ken Scott si definisce un «giardiniere». A riprova del suo talento innato per arredare con il verde ci sono il cortile di Milano trasformato in uno spettacolare giardino pensile, il giardino tropicale della casa di Cuernavaca ricco di alberi ad alto fusto sui quali si aggrappano orchidee e poi palme, agavi, hibiscus, buganvillee, rose e limoni tra portici ombrosi e terrazze assolate per arrivare al giardino più amato, quello della sua casa di Eze in Costa Azzurra: due terrazzamenti piccolissimi trasformati in un lussureggiante Eden dove alberi da frutto e fiori si mescolano ed esplodono come in una sorta di vivaio permanente.

Lo stile libero ed eclettico di Ken Scott trovano spazio tra le pagine del nuovo volume, creato in collaborazione con la Fondazione Ken Scott e con il supporto di Mantero Seta e Gucci. Nel volume compaiono oltre 600 immagini di materiali provenienti dal suo archivio (conservato a Como, dove ha sede l’azienda tessile Mantero Seta), gli scatti di Guido Taroni e le foto di grandi fotografi internazionali; i testi raccontano l’uomo e il designer attraverso le parole di autori che l’hanno frequentato e conosciuto e di autorevoli firme contemporanee della moda.


Racconti di Ise, 1967, disegno a tempera (Archivio Fondazione Ken Scott)


Valigie con fantasie Ken Scott. Foto di Milton H. Greene per “Life”, 16 giugno 1961 (Milton H. Greene / Joshua Greene, www.miltonhgreene.com)


Figurino per collezione, Atmosfera Universo (Archivio Fondazione Ken Scott)


Abito corto in twill di seta e foulard con disegno Dipinto (1962) (Guido Taroni)


Abito lungo in tela seta con disegno Durushewar (1986) (Guido Taroni)


Abito lungo in Ban-Lon con corpetto ricamato di paillettes con disegno Elia (1973) (Guido Taroni)



Cappotto in velluto con logo KS, foderato di seta con disegno Ken’s Rose (2003) (Guido Taroni)


Valigetta pieghevole in velluto con disegno Girandola (1968) (Guido Taroni)


Piatto in melamina di Mario Luca Giusti, con disegno Galla (1968) (Guido Taroni)


Bozzetto di abito pensato con tessuto Cresta di gallo, 1966 (Archivio Fondazione Ken Scott)


Pasta antica, 1970, pannello scenografico (tempera) (Marco Sacchi)

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