I playoff contro la Juve, soluzione da perdenti

Gira una favoletta nelle stanze del calcio italiano: che l'ipotesi dei playoff nella prossima stagione allo studio della Figc sia una mossa per cercare di limitare lo strapotere della Juventus, evitare il decimo scudetto di fila, condensare in poche partite secche o quasi il prossimo campionato, così da ridurre il gap tra i bianconeri e gli altri. Il problema è che questa favoletta l'ha apertamente declinata Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli che in questi anni è stato l'antagonista principale della Juventus.

Immaginare che la Federcalcio metta mano al format della Serie A con una norma 'ad squadram' è già di per sé abbastanza spericolato. Pensare che lo faccia sedendosi al tavolo con alcune società interessate a penalizzarne una (che dovrebbe anche essere quella di riferimento di tutto il sistema) suona abbastanza surreale e incredibile. Ed è certamente il modo più rapido per far naufragare il progetto playoff o quello che c'è davvero nell'idea di studiare un paracadute per una stagione ultra compressa nelle date e che presenta una serie di criticità estreme prima di arrivare a giugno all'agognato traguardo dell'Europeo.

Come potrebbe mai la Figc intestarsi un piano con questo obiettivo dichiarato? E come potrebbe accettarlo chi legittimamente pensa che un campionato debba mantenere l'attuale struttura con il titolo assegnato al migliore dalla prima all'ultima giornata? La favoletta è buona, insomma, solo per incattivire gli animi dei tifosi che già sono abbastanza esacerbati dall'attuale situazione. Non serve ad altro ed è anzi dannosa, visto che l'unico riferimento da tenere a mente per De Laurentiis e per quelli che aspirano giustamente a far cadere la Juventus dal trono dovrebbe essere il lavoro da compiere per arrivare all'obiettivo.

Nei nove anni di tirannia, passando da Conte ad Allegri per finire con Sarri, la Juventus ha messo insieme 810 punti in Serie A staccando di 133 il Napoli, 163 la Roma, 232 la Lazio e 237 le milanesi. Si è dotata di stadio di proprietà, ha investito sulla Continassa e su Vinovo, si è permessa il lusso Ronaldo con relativo aumento dell'appeal internazionale del proprio brand che ha rivisto in chiave moderna. Ecco. La sfida al club di Andrea Agnelli passa da lì. C'è chi si è avviato sulla strada e chi sogna pericolose e inutili scorciatoie. Perché è ipotizzabile che chi in meno di un decennio ha scavato tra sé e gli altri uno o due campionati di di distacco in termini di punti, probabilmente lo scudetto lo vincerà anche con i playoff o giocando su Marte. Il luogo da dove proviene chi sogna di intestarsi una riforma d'emergenza (se sarà attuata) usandola come golpe per ribaltare il merito sportivo.

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