Jole Santelli: con il divieto degli arbitrati una piccola rivoluzione della trasparenza

«Una cosa positiva l’abbiamo fatta» dice soddisfatta Jole Santelli, deputato del Pdl in commissione Giustizia ed ex sottosegretario. Santelli si riferisce al divieto di partecipare ad arbitrati, appena imposto per tutti i magistrati all’interno del disegno di legge contro la corruzione. Certo, ora si vedrà se la norma sarà approvata dall’altro ramo del Parlamento senza modifiche, ma intanto «è già un  bel passo avanti».

Santelli si dice contenta dell’obiettivo raggiunto, soprattutto perché l’insieme della legge, nella parte relativa agli arbitrati e alla trasparenza della pubblica amministrazione, adotta elementi importanti per la prevenzione della corruzione. «Per la prima volta» dice la deputata «tutti gli atti di ogni branca della pubblica amministrazione devono essere resi pubblici su Internet: appalti, consulenze, arbitrati… Tutto diventa di pubblico dominio. E si scoprirà così in tempo reale se uno stesso oggetto, acquistato a Milano o a Roma, ha prezzi diversi e incoerenti».

La norma diventerà un efficace disincentivo alle spese facili e alla corruzione? Santelli ne è convinta. Quanto agli arbitrati, la Camera ha stabilito che debbano sempre esseer previsti nei capitolati d’appalto. E per abbattere la discrezionalità della scelta di fare un arbitrato, si è deciso che chi decide di procedere a quel tipo di giudizio (un consiglio d’amministrazione, il direttore di un ente…) ne assume automaticamente la responsabilità contabile. Diventa, quindi, il primo a pagarne le spese nel caso si scopra qualche illecito.

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