Lady Iovane, «Benedetta» dal mare

Dopo i saluti, i ringraziamenti, il consueto «le farò sapere quando esce il pezzo», sono andata dritta verso la libreria perché ero certa che lì avrei trovato in un libro (sì, ma quale?) una frase che mi è rimbalzata in testa per tutto il tempo dell’intervista.







Ho scannerizzato i dorsi prima rapidamente, poi al rallentatore e… «Eccoti qua. Sei quel capolavoro di Muriel Barbery, sei L’eleganza del riccio». La frase, giusto: «La forza di un soldato non sta nell’energia che impiega per intimidire l’avversario inviando un mucchio di segnali, ma nella capacità di concentrare in sé la forza focalizzandosi su se stesso». Benedetta Iovane è sempre concentrata su se stessa. Timona barche a vela da quando respira. E soprattutto la sua vita. Incurante di chi suppone che in quanto donna sarebbe più abile ai fornelli e non tra le onde, in balia di venti iracondi, lei non risponde mostrando i bicipiti, né cede al ridicolo esercizio caricaturale del maschio. Consapevole di avere un mestiere in mano, guarda e passa.


Ciò non significa che la trentacinquenne romana manchi di spirito di competizione, anzi. Più semplicemente la sua ascesa professionale non si fonda sul genere (tema peraltro molto attuale).

Mamma e moglie, alta e bella, laddove alta e bella si precisano per dovere di cronaca e non per attitudine all’aria fritta, oltre a essere una velista di lungo corso, in piena pandemia ha inaugurato un profilo Instagram, b.lex_benedettaiovane, dedicato al mondo dello yachting. Post dopo post invita i followera bordo di spettacolari imbarcazioni. Lo fa con una narrazione sintetica ed emozionale. Efficace. Detto questo, la nomenclatura dei nuovi mestieri digitali la inquadrerebbe come yacht influencer. Storce il naso Benedetta. La definizione non la convince del tutto. Non in seno a qualche forma di snobismo, ma perché ritiene che “influencer” sia un termine abusato, equivoco ed equivocabile, dietro cui (non sempre per fortuna) ci sono interessi economici, talvolta calcolati sull’effimero effetto wow e non su reali competenze.

Benedetta è preparata. A dirlo non sono soltanto gli studi classici dell’adolescenza, una laurea Magistrale in Ingegneria Civile con una tesi sperimentale su l’influenza della geometria del muro paraonde sul fenomeno della tracimazione ondosa, un’esperienza professionale maturata negli uffici del Rina e la gestione (ancora in essere) di una società di yacht management, ma anche, e soprattutto, il tempo trascorso in barca (vela o motore che sia) per cercare di capire le complesse leggi del mare, le stesse che possono cambiare da un momento all’altro e che proprio per via di questa misteriosa imprevedibilità, alimentano il sacro fuoco della sfida.

Nel 2019, incinta di cinque mesi, al timone di Mascalzone Latino ha conquistato il secondo gradino del podio a Puntaldia nel circuito Melges World League. Ricorda l’impresa con gioia, ma senza la spocchia del supereroe. Dimentica perfino di raccontare che è presidente del B.Lex Sailing Team, associazione dilettantistica sportiva fondata da un gruppo di amici con la passione per lo sport della vela, nonché timoniere del Melges 20 B.Lex.

Benedetta sta un passo indietro nella narrazione di sé e cento avanti a bordo. È questo che le interessa davvero. Capire, conoscere, entrare nei meccanismi delle cose. Poca apparenza, tanta sostanza. Con una buona dose di umiltà che la spinge a imparare ogni volta qualcosa di nuovo, a guadagnare miglia (leggi autorevolezza) che il terreno di gioco sia il mare o la Rete. Paradigmatica la sua folta chioma bionda, un gran bel regalo di Madre Natura, che tuttavia della citazione estetica ha ben poco. Piuttosto sembra fatta apposta per essere raccolta. In una coda. Scompigliata dal vento che soffia in una vela.

info: gentedimareonline.it

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