Lifestyle
June 04 2012
Uno dei termometri più affidabili per verificare il grado di interesse e di attrazione nei confronti di un personaggio è la quantità di inediti pubblicati dopo la sua morte. Prendete Michael Jackson: da quando è scomparso sono state decine le aste di documenti sbucati fuori dal cassetto che hanno monopolizzato l’attenzione dei media.
Con Marylin Monroe è accaduta più o meno la stessa cosa . Con una sostanziale differenza. Marylin è scomparsa mezzo secolo fa: il 5 agosto del 1962.
Tra foto inedite e scatti rubati, inevitabile che la caccia all’ultimo ricordo sconosciuto dell’attrice alla fine risulti un po’ stancante. E purtroppo questo giochino ha finito col contagiare gran parte della pubblicistica contemporanea, sempre più preda di tesi complottistiche e dubitabili soffiate investigative.
Per queste ragioni si apprezza di più la nuova biografia che Giuseppe Colangelo e Francesca Porro hanno scritto per i tipi di BookTime. Si intitola Io…Marylin e dà il suo meglio nella messa a fuoco delle infinite influenze che l’attrice americana ha lasciato nella cultura contemporanea.
Dalla moda ai fumetti, alla pubblicità, Colangelo e Porro fotografano un mito partendo da un aspetto pratico e indubitabile: quello, appunto, della sua capacità di condizionamento dell’opinione pubblica. Niente finali di spy-thriller di certi saggi, dunque; piuttosto una lucida e documentata analisi su come l’icona Marylin si sia così pervicacemente cristallizzata nell’immaginario collettivo contemporaneo.