Imu e Tasi: la guida al pagamento dell'acconto

La buona notizia è che rispetto al 2018 non è cambiato nulla, la cattiva è che il 17 giugno è sempre più vicino e per questo i titolari di case, ville e appartamenti devono affrettarsi per pagare l'acconto 2019 di Imu e Tasi.

Imu e Tasi: chi paga e chi no

L'Imu, l'Imposta municipale propria, è dovuta per il possesso dell'immobile e, come per il 2018, sono esenti dal pagamento coloro che risiedono stabilmente e in modo continuativo nella propria abitazione. Lo stesso discorso vale per la Tasi, ovvero quel tributo che va versato al Comune per garantire i servizi cosiddetti indivisibili, cioè quelli erogati dall'amministrazione locale e utilizzati da tutti i cittadini.

Gli unici proprietari di casa chiamati a corrispondere l'Imu, sebbene riferita alla prima casa in cui si è anche residenti sono coloro che possiedono immobili di lusso registrati nelle categorie a/1, A/8 e A/9. A questi immobili (e relative pertinenze) si applica l'aliquota deliberata dal Comune di residenza.

Coloro che invece vivono in un immobile diverso dal proprio, ma nello stesso Comune, hanno diritto a delle agevolazioni mentre i contribuenti che godano di nuda proprietà, casa ereditata dove abita il coniuge superstite o casa assegnata dal giudice all’ex coniuge non dovono pagare l'imposta.

Sconti e aliquote

È previsto solo il pagamento della metà del dovuto per chi ha, oltre la propria, una sola altra casa data a genitori o figli nello stesso Comune in comodato d'uso purché regolarmente registrato e lo sconto del 25% invece lo può richiedere chi ha dato in locazione il proprio appartamento a canone concordato. 

Per quanto riguarda le aliquote quelle massime sono, al momento, fissate per legge, e non possono superare lo 0,4% per la prima casa di lusso, e lo 0,76% per gli altri immobili a qualunque categoria catastale appartengano, compresi i terreni.

La legge dice anche che i Comuni possono aumentarla o diminuirla sino a 0,3 punti percentuali.

Per la Tasi l'aliquota è pari allo 0,1%, ma le amministrazioni locali possono arrivare a raddoppiarla con un tetto massimo dello 0,25% e un ulteriore aumento di 8 punti.

Sommando Imu e Tasi si può arrivare a dover corrispondere l'1,4%. 

Il saldo delle imposte sarà poi dovuto entro il 16 dicembre.


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