Il terzo grado - Frank

NOME: Francesco “Frank” Lotta

CHI È: disc jockey e conduttore radiofonico

COSA FA: conduce su Radio Deejay la seconda edizione di Deejay On The Road, il programma dedicato al viaggio e a tutto ciò che il viaggiare provoca: emozioni, pensieri, incontri e racconti (la domenica sera alle 22). Tra gli ospiti-viaggiatori ci saranno anche Camila Raznovich, Beppe Severgnini, Nicola Savino, Stefano Bollani, Alberto Angela e Luca Parmitano

DICE DI SÉ: “Parlo ai microfoni e faccio radio perché per me è naturale, non mi sforzo, tutto qui. Questo anche grazie a quello che ho visto fare da mio papà nella radio locale in cui sono cresciuto: ho vissuto tra bobine, revox, mixer, giradischi e microfoni, e a 14/15 anni mi era capitato di fare interventi on air con un programma quasi tutto mio! Ed è stato subito amore”.

In quali attività diresti di avere talento, e in quali diresti di non averne affatto?

Non credo di essere una persona con particolari doti artistiche, ma sono uno che s’impegna molto nello svolgere il proprio lavoro, ogni giorno e in ogni occasione. “Avere del talento significa capire che si può fare di meglio” ecco la frase che mi ripeto ogni volta che affronto una nuova sfida, lavorativa o meno.

Se potessi scegliere un’attività per la quale non hai talento e venirne magicamente e generosamente dotato, quale attività sceglieresti?

Forse sceglierei la “pazienza”, il talento di avere pazienza, ecco. Perché sono una persona che s’impegna molto, ma che cerca un immediato feedback in quello che fa. Invece le soddisfazioni più importanti arrivano sempre dopo una lunga gestazione.

Ti piace quando ti cantano “Tanti auguri”?

Mi piace ricevere regali inaspettati, ma se volete perdere la mia amicizia, allora mettetemi in mezzo ad una stanza e cantate “Tanti auguri!” Non mi piace essere al centro dell’attenzione, protagonista.

Al cinema piangi quando dovresti piangere, al momento sbagliato o non piangi affatto?

Piango molto per i film, mi faccio sempre prendere dalla trama. Sono una persona molto emotiva.

Hai ancora qualcuna delle tue vecchie pagelle o dei tuoi trofei sportivi d’infanzia?

Conservo con cura l’attestato di partecipazione ai giochi della gioventù in quinta elementare. Ero un bambino pacioccone ed aver raggiunto quel risultato mi rendeva orgoglioso.

C’è da fidarsi di più o di meno di chi mangia cibo insapore rispetto a un buongustaio raffinato?

Non lo so. Credo ci sia da fidarsi di chi ti fa da mangiare quando t’invita a cena: è un atto d’amore perché dimostra che in quel momento si sta prendendo cura di te, del tuo sostentamento. Certo che se i piatti poi sono un disastro…

Puoi dire con certezza di aver amato?

Sì, potrei firmare una dichiarazione con il sangue.

Ti chiedi più spesso che ne è stato della gente normale che hai conosciuto o degli strambi che hai conosciuto?

Ho una teoria molto semplice: non credo nelle coincidenze. Ogni persona che ho incontrato (o incontrerò) mi lascia qualcosa. Da alcune imparo, apprendo e cerco di imitare. Da altre capisco quello che non vorrò mai essere.

Sai mentire?

Ho poca memoria: faccio fatica a mentire perché le bugie, per farle funzionare, devi ricordarle con cura per come le hai raccontate. L’ho fatto, ma puntualmente sono stato scoperto perché ogni volta cambiavo versione.

Gli sport per te sono qualcosa da fare, guardare o ignorare del tutto?

Da fare: giocare a basket e nuotare in cima alla lista. Da guardare: football e basket americano. Da video giocare: basket!

Quando il gioco si fa duro, sei uno dei duri che cominciano a giocare?

Il mio cognome parla da sé. È un’esortazione, un messaggio chiaro che non lascia dubbio alle interpretazioni: Lotta!

Qual è la tua torta preferita?

La crostata alla frutta vale? E il tiramisù?

Ti definiresti un buon archivista, rispetto alla tua memoria, o un cattivo archivista?

Non ho molta memoria, ma se mi hai fatto un torto o ti sei dimostrato particolarmente maleducato con me o con le persone a cui voglio bene allora sei nella mia black list personale. E prima o poi ci rivedremo.

Quest’anno farai viaggi significativi?

Sì. Dopo l’esperienza sul “Cammino di Santiago” voglio affrontare l’Alaska ripercorrendo le tappe di Chris McCandless. Il libro, il film e la storia di quel ragazzo mi hanno letteralmente stregato.

Sarai più felice in futuro?

Sarò più felice adesso. Non voglio rimandare a domani quello che posso fare ora. Delle volte si pensa che la felicità sia qualcosa che ci viene regalato, senza preavviso. Penso invece che sia un impegno e un obiettivo che dobbiamo realizzare in ogni istante, per tutto quello che ci accade.

*domande estratte da Interrogative Mood (Guanda editore)

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