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Economia

Il presidente delle Maldive mette in vendita l'arcipelago

Il presidente delle Maldive Abdulla Yameen ha appena approvato una nuova legge che permette agli stranieri che investono più di un miliardo di dollari nel paese di entrare effettivamente in possesso del terreno che hanno scelto di sviluppare, a patto che quest’ultimo sia formato per il 70 per cento di "nuovi" ettari appena bonificati dal mare. Fino ad oggi i lotti sono stati concessi con prestiti la cui durata non poteva superare i 99 anni.

Giustificata come misura per attirare capitali nel paese e allo stesso tempo migliorarne l'impianto infrastrutturale già esistenze, la scelta dell'esecutivo maldiviano sembra aver già aperto una competizione all'ultimo ettaro tra i paesi che, prima degli altri, hanno interesse a mettere le mani su questo piccolo paradiso dell'Oceano Indiano.

Se gli australiani sono attratti da questa nuova forma di investimento per sfruttarne soprattutto i ritorni economici, per cinesi, indiani e americani l'arcipelago delle Maldive rappresenta un'enorme opportunità da un punto di vista sia economico e finanziario sia militare e strategico.

Per quanto il governo abbia in più occasioni rassicurato gli investitori sulla trasparenza con cui verranno gestite le assegnazioni, c'è chi teme che le 1,200 isole possano presto finire in mani cinesi. E non solo perché Pechino è in grado di mettere sul piatto i capitali necessari per potenziare ulteriormente il settore turistico nazionale, ma anche perché tutti sanno che il Partito comunista cinese è molto vicino al presidente in carica, così come il governo di New Delhi era in sintonia con quello deposto nel 2012. Non sarebbe quindi un caso che il progetto indiano di ampliare l'attuale aeroporto sia stato improvvisamente cancellato mentre quello cinese di costruire una nuova superstrada tra lo scalo e la capitale, Malé, approvato. Ecco perché, per evitare di provocare una pericolosa escalation di tensioni in Asia del Sud e giocarsi la carta investimenti Abdulla Yameen potrebbe decidere di favorire i progetti americani. Al momento, quindi, l'unica vera certezza è che le Maldive sono state di fatto messe in vendita, e anche che non dovremo aspettare molto per osservare la progressiva trasformazione (in peggio) di quello che siano stati fino ad oggi abituati a considerare un paradiso in terra.

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