Il nuovo missile di Kim Jong-Un

La Resa dei conti negli apparati russi

Vladimir Putin non può ammettere che l’invasione e la conseguente guerra in Ucraina fino ad oggi è un suo personale fallimento. Per questo il padre-padrone della Russia, ha scatenato gli ultimi fedelissimi “nella caccia alle spie e ai traditori”, facendo arrestate decine di funzionari dell’FSB ( il servizio segreto interno della Russia), e anche dei militari come il generale Roman Gavrilov, vice capo della guardia nazionale che è stato arrestato negli scorsi giorni. Prima di lui erano stati arrestati Serghej Beseda, ex capo del 5° Direttorato del Fsb (servizio di spionaggio all’estero, responsabile per l’Ucraina), con la pesante accusa di «appropriazione dei fondi destinati agli agenti e attività sovversive in Ucraina e di aver fornito false informazioni a Putin sulla situazione reale in Ucraina», e il suo vice Anatoly Bolukh. Serghej Beseda si trova da qualche giorno in isolamento nel carcere militare di Lefortovo, mentre del suo vice non si hanno più notizie dall’11 marzo 2022.

Polveriera Pakistan

Nelle prime ore di domenica scorsa il parlamento pakistano ha sfiduciato il primo ministro Imran Khan che da mesi era finito al centro di violente polemiche politiche. La mozione di sfiducia è stata avversata in tutti i modi da Khan che aveva persino tentato di sciogliere il Parlamento e di indire le nuove elezioni. L’ex campione di cricket aveva dichiarato che «la mossa per estromettermi è una palese interferenza degli Stati Uniti nella politica interna pakistana».La Corte Suprema pero’, ha fermato il suo tentativo di restare al potere ritenendo il tutto incostituzionale, un fatto che ha portato il Parlamento a riunirsi e a votare la sfiducia. Ora si cerca un nuovo Primo ministro che traghetti il Pakistan che è una potenza nucleare, fino alle prossime elezioni che si terranno nell’ottobre del 2023. Una vicenda quella di Imran Khan che è un duro colpo anche per i Talebani che lui appoggiava tanto da dichiarare che «Il mancato riconoscimento del governo dei Talebani potrebbe provocare una crisi umanitaria»

Corea del Nord

Il leader nord-coreano Kim Jong-un è riapparso qualche giorno fa in concomitanza del lancio di un nuovo missile. Secondo il ministero della Difesa giapponese di Tokyo si tratta di un nuovo “Intercontinental Ballistic Missile” (ICBM) a lunghissimo raggio, che per quanto risulta sarebbe il più potente mai utilizzato dai nordcoreani. Il missile ha volato ad un altezza di 6.200 chilometri per 71 minuti e a percorso 1.100 chilometri prima di finire in mare. Secondo Chad O’Carroll, esperto di NK News «il suo raggio d’azione operativo potrebbe raggiungere i 15.000 chilometri, minacciando qualsiasi città degli Stati Uniti». Che Kim Jong-un avesse deciso di ricominciare con le provocazioni militari lo si era capito nel gennaio scorso quando aveva dichiarato «di sentirsi libero dall’impegno alla moratoria concordata nel 2018» con l’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Quanto rappresenta un grave pericolo per la Corea del Sud (e per tutta la regione) che in risposta alla provocazione, ha mostrato i muscoli lanciando missili balistici e tattici verso il mare. Il Governo di Seul si è detto «pronto e capace di effettuare strike di precisione contro i siti degli ordigni nordcoreani e i loro sistemi di comando e controllo, in caso di necessità». Un grosso problema anche per la Casa Bianca che ora è completamente focalizzata sulla guerra in Ucraina.

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