Il Mondo in bianco e nero del National Geographic

B. Anthony Stewart/National Geographic Society/Fondazione Geiger    

Un minatore del West Virginia, 1938.


Joseph F. Rock/National Geographic Society/Fondazione Geiger    

Monaco nella libreria di Choni, in Cina, 1928.


Herbert G. Ponting/National Geographic Society/Fondazione Geiger    

Ritratto del fotografo Herbert G. Ponting con una videocamera e treppiede in Antartide, circa 1911-1912.


Herbert George Ponting/National Geographic Society/Fondazione Geiger    

La Nave Terra Nova incagliata nel ghiaccio, 1911.


J. Baylor Roberts/National Geographic Society/Fondazione Geiger    

Serata di ballo organizzata dalla 37esima Divisione della Guardia Nazionale a Camp Shelby, Mississippi, 1941.


Herbert G. Ponting/National Geographic Society/Fondazione Geiger    

La nave Terra Nova al Polo Sud, vista attraverso una grotta di ghiaccio, 1911-12.


Si è aperta sabato 14 luglio a Cecina, in provincia di Livorno, la mostra fotografica “Il Mondo in bianco e nero”. Mai esposte prima d’ora in Italia, le 55 fotografie in mostra provengono dagli archivi della National Geographic Society , che custodisce una collezione di oltre 11 milioni di fotografie, delle quali meno del 2% sono state finora pubblicate. Gli scatti esposti sono stati realizzati tra il 1888 e il 1950 da diciassette fotografi, esploratori e naturalisti che hanno lavorato per il National Geographic.

Tra gli autori delle fotografie troviamo Clifton R. Adams, J. Baylor Roberts, Edwin L. Wisherd e B. Anthony Stewart che, attraverso i loro viaggi negli Stati Uniti, hanno fissato alcuni momenti di vita di persone comuni tra gli anni '20 e '40 del Novecento. Ci sono poi Ray V. Davis e Willis T. Lee, tra i primi ad aver fotografato la bellezza delle Carlsbad Caverns, le stupende grotte del New Mexico considerate patrimonio dell’Umanità. Ci sono A. B. Lewis che, all’inizio del XX secolo, ha illustrato il suo viaggio nelle isole della Melanesia e in Nuova Guinea attraverso più di 2.000 foto, e Joseph F. Rock, che durante il suo soggiorno quasi trentennale in Cina e Tibet ha documentato la vita dei buddisti.

Alcuni scatti ritraggono invece le tribù africane ad opera di Volkmar K. Wentzel e di Vittorio Sella, famoso anche per le sue fotografie di montagna, dalle Alpi all’Himalaya, che ancora oggi sono considerate tra le più belle mai realizzate. George Shiras III è stato invece il primo a scattare fotografie con il flash, in notturna, ad animali selvatici. I ritratti del Barone Wilhelm von Gloeden si distinguono per avere come soggetto soprattutto i giovani di Taormina, raffigurati principalmente in pose classiche.

I viaggi di Maynard Owen Williams sono testimoniati dalle fotografie scattate a Parigi. I viaggi di Maynard Owen Williams sono testimoniati dalle fotografie scattate a Parigi, ma anche in India. Pierre Daye ha raccontato il colonialismo nello stato del Congo Belga. Le fotografie di Alexander Graham Bell, il secondo presidente della National Geographic Society, ritraggono gli esperimenti di volo compiuti da lui e dai suoi assistenti all’inizio del Novecento. Nel Polo Sud la sfortunata e tragica “spedizione Terranova” del 1910/13, guidata dal comandante Robert Falcon Scott, che vi perse la vita, è invece documentata attraverso le incredibili immagini scattate da Herbert G. Ponting, che fece parte di quella missione.

Organizzata dalla Fondazione Culturale Hermann Geiger , che la ospita nella sua nuova sede espositiva, e curata dal suo direttore artistico Alessandro Schiavetti, la mostra rimarrà aperta fino al 16 settembre.

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