Caetano Veloso, Add 2016
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Igiaba Scego, Caetano Veloso

Igiaba Scego è giornalista e scrittrice e ci ha abituati con i suoi testi ad un’analisi politica precisa e mirata. Con Caetano Veloso. Camminando controvento (Add 2016), la riflessione sui corpi - corpi in movimento, corpi che travalicano confini, che si radicano e che sono sdradicati – si focalizza su una storia particolare, quella di uno dei più amati artisti brasiliani. Caetano Veloso appunto.
La musica, come quella suonata, vissuta e sofferta in sud America nella seconda metà del secolo appena trascorso, non può essere separata dalla macro-storia che inevitabilmente investe tutte le individualità. È il caso della produzione di Caetano Veloso, che si intreccia tanto nella storia della musica quanto in quella di un Brasile che tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’80 è stretto nella morsa della dittatura militare.

Poner los pelos de punta
Cercare di definire musicalmente Caetano Veloso è come cercare di spiegare i mille riflessi di un caleidoscopio. I suoi dischi muovono dalla musica popolare, al jazz, alla bossa nova, in una continua ricerca di espressione interiore in cui generi e stili vengono mescolati alla ricerca di qualcosa che sia prima di tutto accordo dell’anima. I versi di Caetano Veloso nascono infatti prima di tutto dalla vita personale e familiare. Sono versi che racchiudono tutto l’amore per la madre e per la sorella Maria Bethania, che diventerà poi cantautrice da milioni di dischi osannata in tutto il paese. Ma il contributo più straordinario di Caetano Veloso alla storia della musica è sicuramente la fondazione del tropicalismo, un movimento “inventato” con altri due straordinari interpreti, Gilberto Gil, amico di una vita, e la cantante Gal Costa. Il tropicalismo di Veloso è avanguardia, è fusione di musica e poesia, è un gioco tra la musica popolare brasiliana e africana, il fado, e il più moderno rock, rappresentato da gruppi come gli psichedelici Os Mutantes.
È con il tropicalismo che Caetano Veloso entra nel vivo della discussione politica brasiliana, diventando una ferma voce contro la dittatura e contro la censura artistica e finendo per essere costretto all’esilio a Londra. Un rifugiato ante litteram, può essere considerato Caetano Veloso, che tra le strade della capitale inglese incontra nuove sonorità, pronto a cannibalizzarle in sempre nuove declinazioni della lacerante nostalgia per il suo paese natale.

Il camino di Caetano
Igiaba Scego sa bene che raccontare Caetano Veloso dalla a alla z è pressoché impossibile: sono troppe le virgole e gli incisi che porterebbero il discorso sempre più lontano, a nuovi racconti, nuove precisazioni, nuovi ricordi. Quello che si propone, dunque, con il testo pubblicato da Add, è il racconto del proprio personale “camino di Caetano”, un percorso composto dagli aneddoti che più ama, dai brani che più l’hanno fatta riflettere o l’hanno emozionata. Nel suo pellegrinaggio Scego dà la precedenza al Caetano meno conosciuto dal grande pubblico, quello degli anni ’70 e del movimento tropicalista, l’appassionato ribelle, sia in politica che in musica, l’affettuoso figlio, fratello e amico che mette in musica i suoi affetti e li fa vibrare sui palchi di tutto il mondo.
Come precisa la stessa autrice nel capitoletto finale destinato alla discografia, ogni suggerimento di ascolto è parziale e individuale, e il libro stesso altro non vuol essere che un primo passo verso l’esplorazione della straordinaria e variegata produzione di Caetano Veloso. Io, per esempio, ho cominciato il mio camino di Caetano con il live con Gilberto Gil del ’72.

Igiaba Scego
Caetano Veloso. Camminando controvento
Add, 2016
141 pp., 12 euro

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