Huawei pubblica le risposte ufficiali alle domande degli utenti

Non c’è niente di nuovissimo, ma le posizioni e le rassicurazioni hanno il tono dell’ufficialità. E dunque aiutano a togliersi ogni dubbio residuo. A questa paginaHuawei Italia ha pubblicato le risposte alle domande che i suoi clienti si stanno ponendo dopo la tempesta scoppiata con gli Stati Uniti. E previene i quesiti di chi vorrebbe comprare un telefono con il marchio della casa cinese, ma ha il timore di ritrovarsi in tasca un prodotto che rischia di rimanere indietro sul piano degli aggiornamenti, soprattutto quelli relativi alla sicurezza. Non sarà così.

Arriverà anche Android Q

«Tutti gli smartphone e i tablet Huawei continueranno a ricevere patch e aggiornamenti di sicurezza. Chiunque abbia già acquistato, o stia per acquistare uno smartphone o tablet Huawei, può continuare ad accedere al mondo delle app come ha sempre fatto. Tutti i dispositivi continueranno ad essere coperti dalla nostra garanzia convenzionale e riceveranno un servizio completo di assistenza» chiarisce subito la pagina. Che va oltre: garantisce che i dispositivi più popolari, tra cui la serie 30riceveranno l’aggiornamento ad Android Q, la futura versione del sistema operativo mobile di Google, che sarà distribuito a partire dal prossimo autunno.

A prova di ogni ansia

Il merito della pagina, oltre a ribadire con un linguaggio semplice e chiaro notizie già apparse sugli organi di stampa e nei comunicati ufficiali della stessa Huawei, mira a spegnere le remore dei più ansiosi. Persino le più fataliste ed esagerate. Come quelle di chi preconizza che Android possa essere disinstallato automaticamente sugli smartphone Huawei (spoiler: non avverrà), che bisognerà presto o tardi fare a meno di app vitali come Facebook, Intagram o WhatsApp o che, se per qualsiasi motivo si dovesse ripristinare il telefono alle impostazioni di fabbrica, si finirebbe tagliati fuori per sempre dalla galassia Google (negativo, come sopra).

La telefonia non si fermerà

Si risponde persino a chi scivola sul disfattismo più apocalittico: «È vero che Huawei presto non venderà più smartphone?». Di rimando: un pacato no. Con rilancio: «Continueremo a investire nella ricerca e nello sviluppo per poter offrire i migliori e più sicuri prodotti a tutti i nostri utenti». Aggiungere un «ma come vi viene in mente che non venderemo più smartphone?», sarebbe stato forse troppo poco istituzionale.

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