Hayao Miyazaki ufficializza il ritiro: "Ma lavorerò per altri dieci anni"

"Voglio operare per almeno altri dieci anni, ma penso che fare film non sia più il mio lavoro". Il maestro giapponese dell'animazione Hayao Miyazaki conferma quanto è stato anticipato dal presidente dello Studio Ghibli alla Mostra del cinema di Venezia: si ritira definitivamente dalle scene e Kaze tachinu (S'alza il vento), presentato in concorso al Lido, è il suo ultimo cartoon.

A Tokyo, alle 14 ore locali, il regista di capolavori come La città incantata e Il castello errante di Howl ha parlato di fronte a circa 600 giornalisti per illustrare la sua scelta. Di solito poco sollecito a relazionarsi con la stampa, la conferenza che ha convocato ha proprio il sapore dell'evento. Un evento che rattrista i suoi tantissimi fan.

"Questa volta è vero, l'ho detto al produttore", ha affermato Miyazaki. Il cineasta capace di animare sogni aveva espresso già tante volte il suo desiderio di smettere di fare film che richiedono un lavoro mostruoso. I progetti di grandi dimensioni non fanno più per lui. È diventato troppo lento, sostiene, e lo Studio Ghibli, la società di animazione fondata dallo stesso Miyazaki, non può attendere cinque, sei o sette anni per un film. "Voglio essere libero" rivendica fieramente. "Tuttavia, fino a quando potrò guidare la mia auto per andare in studio, andrò. Quello che vorrò fare lo farò", evitando di fornire dettagli sui possibili ruoli allo Studio Ghibli ("supervisore?, ci sono già").

Con una carriera lunga un cinquantennio alle spalle, Miyazaki nel 2003 vinse l'Oscar per La città incantata e nel 2005 il Leone d'Oro alla carriera a Venezia. Classe 1941, a gennaio compirà 73 anni. "Per Kaze tachinu ci sono voluti cinque anni", ha detto. "Se pensassi a un nuovo film, servirebbero sei o sette anni per completarlo, io ora ho quasi 73 anni, alla fine ne avrei 80".

Per essere più convincente di fronte alle richieste di chiarimenti dei giornalisti, senza rinunciare alla sua consueta ironia, si è sfilato gli occhiali e curvato sul tavolo al fine di simulare come è "costretto" a disegnare ora. "Non è più comodo".

Negli anni a venire Miyazaki non si siederà quindi in poltrona con ciabatte da pensionato: pur abbandonando la regia, si concentrerà su altre cose. Un addio sempre doloroso per i suoi estimatori, ma meno amaro.

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