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ARIS MESSINIS/AFP/Getty Images)
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Grecia: rimandata la seconda revisione che darà l'avvio a tagli e tasse

Per il Fondo monetario internazionale è necessario avviare un "più realistico" e specifico piano di salvataggio per la Grecia, alla luce dei pochi progressi compiuti nelle ultime settimane tra Atene e creditori europei e dei tanti scioperi organizzati dalla popolazione sempre più spaventata nei riguardi del futuro.

Il mancato accordo
La mancanza di un accordo ha impedito per tempo la chiusura della seconda revisione di Atene riguardo al piano di salvataggio e all'approvazione di una nuova erogazione di fondi.

Come dire, la crisi Greca sembra senza fine. L’Eurogruppo rimanda le decisioni al mese prossimo quando i conti del Paese, su cui pende il rischio delle clausole di salvaguardia che potrebbero far scattare un altro aumento dell’Iva e un altro taglio a pensioni e stipendi, dovranno trovare un modo per essere coperturi dai buchi di bilancio ancora presenti.

Un debito da 7 mila milioni
Nel mese di luglio, infatti, si dovranno affrontare le scadenze del debito per circa 7 mila milioni di euro. Qui, il Fondo monetario e i creditori europei dovranno trovare un accordo viste le posizioni opposte che hanno tenuto sul debito greco per mesi, che hanno impedito la chiusura della revisione.

Christine Lagarde dell'Fmi sostiene che la Grecia ha bisogno di uan riduzione del debito ma trova la più ferma opposizione di Bruxelles e in particolare Berlino, che rifiuta qualsiasi tipo di aiuto appellandosi alle azioni concordate nel 2016 del programma che prevedeva solo una ristrutturazione alla fine e se necessaria

Obiettivo richiesto alla Grecia
Il 3,5% del PIL nel 2018 e tenerlo per cinque anni, fino al 2022, questo l'obiettivo richiesto alla Grecia. Arduo.
 Visto che a Grecia deve restituire una tranche da 7,4 miliardi di euro, e per Bruxelles ne deve spedire altri 7 miliardi nel pozzo senza fondi di Atene, e per cittadini e imprese che ancora non conoscono il proprio destino tra leggi che cambiano ogni mese e una totale incertezza che fa male anche ai mercati e agli investitori internazionali.

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