Ecco perché Google si compra Polar, startup specializzata in sondaggi

La storia di Google+ è sempre stata piuttosto frastagliata: un giorno sembrano tutti pronti a darlo per spacciato, quello seguente Big G annuncia un’acquisizione che rimescola tutte le carte, o una nuova funzionalità che, almeno sulla carta, dovrebbe riportare il social network in gara.

E così oggi, quasi per confermare questa tendenza altalenante, Google annuncia l’acquisizione di Polar, una startup specializzata in sondaggi online.

Ancora non è dato conoscere i termini dell’accordo, ma poche ore fa David Besbris, VP del comparto Engineering di G+, ha annunciato che Luke Wroblewski e l’intero team di Polar entreranno a far parte della scuderia del social network “per aiutare a rendere Google+ ancora più grande.

Per chi non la conoscesse, Polar è una startup che negli ultimi due anni ha saputo imporsi come testa di serie in materia di sondaggi online, creando più di mezzo miliardo di sondaggi (e solo negli ultimi 8 mesi) e coinvolgendo fino 1,1 milioni di votanti in meno di un mese (questo settembre).

Non si tratta di sondaggi tradizionali: Polar fornisce una piattaforma per creare una solta di “gioco della torre” digitale, in cui l’utente mobile è invitato a scegliere tra due alternative. Un meccanismo semplice e accattivante che ha fatto la fortuna di Polar, che attualmente viene utilizzato da diverse piattaforme mobile.

Non è difficile immaginare quale tipo di applicazioni potranno nascere da questo nuovo sodalizio, come non è difficile immaginare che presto Google+ potrebbe introdurre qualcosa di simile ai "testa o croce" di Polar; del resto questo tipo di "sondaggi" va forte sin dagli albori di Facebook, quando a Mark Zuckerberg venne in mente di invitare gli studenti universitari a scegliere tra due foto di ragazze.

Ma il dato interessante in questa notizia non è tanto la startup in sé, quanto le persone che ci sono dietro. In particolare una: Luke Wroblewski, già chief design architect di Yahoo!, meglio conosciuto come l’autore di Mobile First, saggio del 2011 in cui Wroblewski sottolineava la necessità di cominciare a sviluppare siti e applicazioni prima per piattaforme mobile e solo in seguito per web e desktop.

Ora, Wroblewski entra a far parte della squadra di Google che, con una sola mossa, ha assunto uno dei più brillanti esperti dell’universo mobile e ha sottratto alla concorrenza un servizio in pericolosa crescita come Polar (la compagnia ha già annunciato che non fornirà più supporto a terzi).

Sebbene le parole di Besbris lascino intravedere all’orizzonte nuove funzionalità per il social network di Google, è possibile che l’acquisizione di oggi non sia veramente indirizzata al miglioramento di G+, o almeno non principalmente.

Quello che interessa a Google in questo momento è piantare bene i piedi nel mondo mobile, assicurandosi nel contempo che nessun altro possa rubargli spazio; se Google+ potrà davvero tornare utile per il perseguimento di questo obiettivo, allora, come molti utenti sperano, il social network continuerà ad essere rinnovato e migliorato; altrimenti potrebbe davvero trasformarsi in uno dei tanti cimiteri abitati che costellano la Rete.

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