Ghana, come fermare l'emigrazione e abbattere la tratta

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Sacchi di fave di cacao sono scaricate da un rimorchio in una scena tipica di mercato ad Agbogbloshie, Accra, Ghana
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Ragazzi tirano un carretto con cavi di rame ricavati da computer bruciati nella discarica di Agbogbloshie ad Accra, Ghana.
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Venditori e acquirenti al mercato di Agbogbloshie, Accra, Ghana.
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Adolescenti smantellano computer e altri dispositivi elettronici per il recupero di rame nei pressi della baraccopoli di Agbogbloshie ad Accra, Ghana.
Commercianti africani vendono manioca e banane al mercato di Agbogbloshie, Accra, Ghana
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Un piccolo fiume nella borgata Agbogbloshie di Accra è diventato una massa di acqua inquinata.

Il Ghana è uno degli snodi del continente africano da cui partono per l'Italia e per l'Europa centinaia di migliaia di migranti.

Con l'inchiesta "Ghana Stop Tratta", in onda a PresaDiretta lunedì 20 febbraio alle 21.15 su Rai3, Riccardo Iacona ci racconta il suo viaggio per capire come si può fermare o ridurre l'emigrazione e abbattere la tratta in uno dei paesi più poveri del continente africano. La sfida di aiutarli "a casa loro", senza distruggere il loro ambiente e senza sfruttarne le risorse, è anche l'obiettivo del VIS, il Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, una ONG che insieme alle missioni Don Bosco dell'ordine dei Salesiani ha messo in piedi il progetto Stop Tratta. 

Qui vi diamo un'anticipazione della puntata di di PresaDiretta. 

Il Ghana oggi è un paese dove la vita è sopravvivenza, intere zone sono senza acqua, senza corrente elettrica, senza strade, scuole, ospedali. Un paese dove ogni famiglia ha due o tre figli che sono dovuti andare via, che sono fuggiti per cercare un lavoro e aiutare i parenti. Le telecamere di PresaDiretta sono andate a raccogliere la testimonianza e l'esperienza di chi sta cambiando le cose.

Con i volontari di VIS hanno attraversato il paese, partendo dal Nord, la parte più povera e secca, con il 75% degli abitanti costituito da contadini semianalfabeti e dediti a un'agricoltura di sussistenza. Mangiano una volta al giorno se va bene e vivono in villaggi di paglia e fango, conducendo una vita miserabile, senza corrente, senza acqua potabile. Esposti agli effetti del riscaldamento del pianeta sono già due stagioni che i contadini perdono il loro raccolto e sono tanti i villaggi colpiti da una vera e propria carestia.

È da villaggi come questi che comincia il fenomeno migratorio. È da queste case che scappano soprattutto i giovani, due o tre per ogni famiglia per cercare il lavoro e i soldi che qui non riescono a fare  e nella speranza di poter da fuori aiutare la famiglia. Ed è dal Nord che parte la prima migrazione interna verso Accra, la capitale del Ghana, l’unica grande città del paese con due milioni e mezzo di abitanti. È qui che arrivano quelli che hanno lasciato le campagne. Moltissimi finiscono a fare gli ambulanti, un mestiere durissimo, tutto il giorno sotto il sole, sull’asfalto per guadagnare qualche soldo. Molti sono anche quelli che finiscono nella discarica di Agbogbloshie, dove settantamila disperati spaccano con le mani e senza alcuna protezione la spazzatura elettronica dell'Occidente per tirarne fuori quello che si può ancora rivendere. Loro sono l'ultimo anello della catena e non guadagnano più di un dollaro al giorno.

Rendere l’agricoltura profittevole significa quindi cominciare a fermare l’emorragia all’inizio, lì dove si è aperta la prima ferita. Il primo progetto di "Stop Tratta" del VIS e delle Missioni di Don Bosco si concentra proprio sull’agricoltura, attraverso la costruzione delle serre, nuovi corsi di formazione in agricoltura per giovani disoccupati e migranti di ritorno e attività di micro credito, si cerca di rendere l'agricoltura un vero mestiere. Un aiuto importante è arrivato dalla collaborazione con le queen mothers, le regine madri, vere e proprie autorità nelle comunità locali ghanesi, che si rifanno agli antichi regni Ashanti del Ghana, matrilineari e oggi vere e proprie guide sociali. Attraverso il loro coinvolgimento nei progetti, il VIS ha avviato una campagna di sensibilizzazione di contrasto alla migrazione illegale e al traffico di esseri umani per diffondere il messaggio sui rischi del viaggio attraverso media nazionali e locali, radio, internet, organizzazione di eventi itineranti.

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