Festa delle donne: nel 1911 l'incendio di New York, ma era il 25 marzo

Brown Brothers/Kheel Center at Cornell University (CC BY 2.0)
25 marzo 1911. I Vigili del fuoco della "Ladder Company 20" raggiunsero il palazzo adibito a laboratorio tessile della "Triangle Shirt Waist Company" pochi minuti dopo l'allarme, ma non riuscirono a domare l'incendio.
Kheel Center at Cornell University (CC BY 2.0)
25 marzo 1911. All'angolo tra Greene Street e Washington Place, dei passanti osservano i vigili del fuoco impegnati a domare le fiamme dell'incendio scoppiato nel palazzo adibito a laboratorio tessile della "Triangle Shirt Waist Company". Le scale più alte dei loro veicoli raggiungevano solo il sesto piano. Molti operai tra il 7° e il 9° piano cercarono di sfuggire al fuoco saltando dalle finestre e trovando la morte, mentre la gente dalla strada sottostante li supplicava di aspettare aiuto.
Kheel Center at Cornell University (CC BY 2.0)
26 marzo 1911. La folla si raduna per commemorare le vittime dell'incendio della Triangle all'indomani della tragedia.
Archivio Ansa/Industrial and Labor School at Cornell University - www.ilr.cornell.edu
25 marzo 1911. Alcune vittime del rogo della Triangle Waist Company a New York, in cui morirono 146 lavoratori, per la maggior parte donne.
Archivio Ansa/Industrial and Labor School at Cornell University - www.ilr.cornell.edu
Alcune delle vittime del rogo della Triangle Shirtwaist Factory in cui il 25 marzo 1911 morirono 146 persone (129 donne e 17 uomini).
Kheel Center at Cornell University (CC BY 2.0)
1911. Ufficiali di polizia e Vigili del fuoco cercano segni di vita nei corpi di alcune vittime estratte dall'edificio della Triangle in fiamme.
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25 marzo 1911. Ufficiali di polizia trasportano dei cesti contenenti oggetti personali delle vittime dell'incendio della Triangle verso l'obitorio nella 26esima Strada di New York.
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Marzo 1911. Fotografato dopo l'incendio, il nono piano del palazzo adibito a laboratorio tessile della "Triangle Shirt Waist Company".
Kheel Center at Cornell University (CC BY 2.0)
Marzo 1911. Fotografato dopo l'incendio, il decimo piano del palazzo adibito a laboratorio tessile della "Triangle Shirt Waist Company", dove si trovavano, tra l'altro, gli uffici dell'azienda, il centralino, e la sala di imballaggio e spedizione. Dopo essere stati allertati dai lavoratori dell'8° piano, la maggior parte (68 su 70) dei colleghi impiegati al 10° riuscirono a scappare attraverso il tetto di un edificio vicino.
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Marzo 1911. Una scala d'emergenza dell'Asch Building semidivorata dalle fiamme dell'incendio alla Triangle Waist Company di New York.
Kheel Center at Cornell University (CC BY 2.0)
1911. Fotografie dell'esterno dell'Asch Building pubblicate su un quotidiano all'indomani dell'incendio dalla Triangle.
Archivio Ansa/Industrial and Labor School at Cornell University - www.ilr.cornell.edu
Parenti delle vittime del rogo della Triangle Waist Company di New York, in cui il 25 marzo 1911 morirono 146 lavoratori, per la maggior parte donne.
Kheel Center at Cornell University (CC BY 2.0)
1911. Familiari in lutto di fronte alle bare di due vittime dell'incendio alla Triangle di New York.
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Marzo 1911. Persone in fila all'obitorio della 26esima Strada di New York per onorare alcune delle vittime morte nell'incendio della Triangle.
Kheel Center at Cornell University (CC BY 2.0)
Aprile 1911. Una folla di centinaia di persone partecipa a una processione funebre per le vittime dell'incendio della Triangle Shirt Waist Company a New York.
Kheel Center at Cornell University (CC BY 2.0)
1911. Donne, uomini e bambini circondano delle corone di fiori deposte per commemorare "Annie" una delle vittime dell'incendio della Triangle.
Kheel Center at Cornell University (CC BY 2.0)
1911. Persone in lutto seguono una carrozza funebre trainata da cavalli durante i funerali di alcune delle vittime dell'incendio alla Triangle,
Kheel Center at Cornell University (CC BY 2.0)
Isaac Harris (in prima fila con le mani incrociate) e Max Blanck (in abito scuro), proprietari della fabbrica tessile Triangle Shirtwaist Factory di New York, fotografati intorno al 1910, probabilmente insieme a un gruppo di dipendenti e visitatori.
Archivio Ansa/Industrial and Labor School at Cornell University - www.ilr.cornell.edu
Un interno della fabbria ''Triangle Shirtwaist'' di New York in una foto dei primi del 1900.
Archivio Ansa/Chris Blanchard - Boise State University
Max Blanck e Isaac Harris, i proprietari della fabbrica Triangle Shirtwaist Factory, nel cui rogo il 25 marzo 1911 morirono 146 persone (129 donne e 17 uomini). Nel processo a loro carico non vennero riconosciuti colpevoli di alcun reato.
Archivio Ansa/Industrial and Labor School at Cornell University - www.ilr.cornell.edu
Una manifestazione per i diritti delle lavoratorici in una foto senza data del primo decennio del 1900.
Kheel Center at Cornell University (CC BY 2.0)
5 aprile 1911. Una processione funebre in memoria delle vittime dell'incendio alla Triangle, diversi giorni dopo la tragedia.
Archivio Ansa/Industrial and Labor School at Cornell University - www.ilr.cornell.edu
Una manifestazione per i diritti delle lavoratrici in una foto senza data del primo decennio del 1900.
ANSA/RICCARDO CHIONI
La targa posta sull'angolo dell'Asch Building all'angolo tra Washington Place e Green Street ricorda il rogo della Triangle Shirtwaist Factory in cui il 25 marzo 1911 morirono 146 persone (129 donne e 17 uomini).
ANSA/RICCARDO CHIONI
L'edificio di 10 piani (oggi sede del dipartimento di scienze della New York University) che ospitava la Triangle Shirtwaist Factory, nel cui rogo il 25 marzo 1911 morirono 146 persone (129 donne e 17 uomini).
Archivio Ansa
Donne al lavoro in una sartoria in una foto dei primi del '900.
Archivio Ansa/Industrial and Labor School at Cornell University - www.ilr.cornell.edu
Donne che lavorano in una sartoria in un'immagine dei primi del '900.

Una "leggenda metropolitana" ancora molto diffusa fa erroneamente risalire l'origine della Festa della donna alla volontà di commemorare una strage di operaie che sarebbe avvenuta l'8 marzo del 1908 tra le mura della fabbrica di abbigliamentoCottons di New York, causata da un incendio divampato nell’edificio, in cui avrebbero perso la vita 129 donne. Altre versioni di questa "tradizione inventata" collocano l'incendio a Boston, Chicago, Cotton.

Di questo avvenimento non c’è però traccia documentaria, né nelle cronache coeve, né nei successivi studi di storia del movimento operaio statunitense, come hanno scoperto e raccontato per la prima volta nel 1987 le femministe Tilde Capomazza e Marisa Ombra, nel volume 8 Marzo. Storie, miti e riti della Giornata Internazionale della Donna.

Secondo le loro ricerche la "leggenda della Cottons" fece la sua prima comparsa il 7 marzo 1952 sul settimanale bolognese La lotta.

Il fatto che l'incendio della famigerata Cottons non sia mai avvenuto non significa però che l'episodio sia storicamente improbabile. Un incendio analogo a quello della leggenda, infatti, è realmente avvenuto a New York, anche se tre anni e qualche settimana dopo la sua collocazione "leggendaria".

Il 25 marzo del 1911, a New York, un incendio divampò all'interno della Triangle Shirt Waist Company, uccidendo 146 lavoratori (39 italiani), soprattutto donne, che vi rimasero intrappolati, bruciando vivi o lanciandosi dalle finestre dell'ottavo e nono piano dell’Asch Building, oggi sede del Dipartimento di scienze della New York University

Le vittime dell'incendio erano per la maggior parte giovani immigrate che lavoravano 14 ore al giorno, 6 giorni a settimana, per una manciata di dollari. I proprietari, per timore che le "sartine" si allontanassero dal posto di lavoro, avevano dato ordine di chiudere a chiave le porte: quando scoppiò l’incendio, l'Asch Building si trasformò in una trappola mortale.

I resti delle vittime non riconosciute furono sepolti nel cimitero di Evergreens, al confine tra Brooklyn e Queens. A distanza di un secolo gli ultimi 6 ignoti, 5 donne e un uomo, sono stati identificati e rivelati solo nel 2011, nel centenario della tragedia, grazie all'ostinazione del ricercatore Michael Hirsch.

Al processo i proprietari della fabbrica, Max Blanck e Isaac Harris, non vennero riconosciuti colpevoli di alcun reato e i lavoratori del settore abbigliamento scesero in piazza per alcune settimane di fronte all'edificio, fino a quando la municipalità decise di adottare misure a difesa dei lavoratori, specie nel campo della sicurezza.

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