Fabrizio Bosso pronto a restituire molto all'Africa e a Duke Ellington

Silvia Morara
Fabrizio Bosso durante la sua esibizione a Bari per Panorama d'Italia
Silvia Morara
Gianni Poglio intervista Fabrizio Bosso
Silvia Morara
Gianni Poglio intervista Fabrizio Bosso, accompagnato al pianoforte da Bruno Montrone
Silvia Morara
Fabrizio Bosso con Gianni Poglio
Silvia Morara
Fabrizio Bosso con Gianni Poglio
Silvia Morara
Il pianista Bruno Montrone
Silvia Morara
Fabrizio Bosso a Panorama d'Italia
Silvia Morara
Fabrizio Bosso, accompagnato al pianoforte da Bruno Montrone
Silvia Morara
Fabrizio Bosso
Silvia Morara
Fabrizio Bosso, a Bari per Panorama d'Italia
Silvia Morara
Fabrizio Bosso, accompagnato al pianoforte da Bruno Montrone
Silvia Morara
Fabrizio Bosso, accompagnato al pianoforte da Bruno Montrone
Silvia Morara
Fabrizio Bosso, accompagnato al pianoforte da Bruno Montrone

Il più grande trombettista italiano e tra i migliori jazzisti del paese sente il bisogno di restituire. A Duke Ellington, il re dello swing, e all’Africa, il continente che ha contaminato la musica dei più grandi jazzisti.

Durante la tappa barese di Panorama d’Italia, Fabrizio Bosso parla del suo ultimo album dedicato al "Duca del jazz" ma parla anche della povertà che ha visto in Africa e di quello che sta facendo per dare il suo piccolo contributo per alleviarla. E ancora, della sua passione per le colonne sonore e del suo desiderio di farne prima o poi una.

“Anche se faccio una musica originale” racconta Bosso, “nei miei concerti non manca mai un tributo a uno dei compositori più importanti del novecento, a partire dal brano Sentimental Mood”. Così, spinto anche dal direttore del Roma Jazz Festival, “è partito questo progetto che propone i brani più importanti di Ellington” rivisitati ma non stravolti.


Fabrizio Bosso: l'intervista per Panorama d'Italia

L'esperienza in Africa

Bosso però pensa anche all’Africa. “Ci sono stato la prima volta, vent’anni fa in Etiopia, e rimasi stravolto dalla povertà che vidi” racconta. “Non la povertà che conosciamo qui ma la vera povertà. Con bambini che sono costretti a fare due ore a piedi sotto il sole per andare a prendere dell’acqua marcia. Ma ho visto anche una grande dignità. Poi ci sono tornato cinque anni fa, questa volta in Sudafrica un paese che presenta due facce, una molto ricca e una poverissima. Così, negli ultimi anni ho deciso di fare qualcosa per l’Africa. Ho sposato la causa della Onlus Lanciano e con loro ho partecipato al progetto per la costruzione di tre aule di una scuola in Etiopia”. Una solidarietà, quella nei confronti dell’Africa che la dovrebbero avere tutti ma soprattutto i musicisti, sottolinea Bosso: “l’Africa ha contaminato la musica di tutto il mondo e il jazz in particolare, e secondo me è giusto che qualcuno ricambi e contribuisca a combattere la povertà di quel continente. Nell’ultimo viaggio avevamo mille penne che ci aveva donato una banca e mi ha sconvolto vedere che per una semplice penna i bambini si azzuffavano, mentre qui si spreca tanto”.

Il sogno del cinema

Non manca un sogno di Bosso, che spiega quanto è importante la tromba nelle colonne sonore dei film. “È vero” racconta dal palco della chiesa di Santa Teresa dei Maschi nella città vecchi di Bari, “la tromba è lo strumento più adatto alle colonne sonore”. Ma quando gli viene chiesto se lui la farebbe la colonna sonora di un film, mostra anche una grande modestia dicendo che, “sì, mi piacerebbe, ma non so se ne sarei capace. Però devo ammettere che sottolineare un film con la propria musica è una grandissima cosa”.

YOU MAY ALSO LIKE