"La fabbrica del panico" di Stefano Valenti

L’elaborazione del lutto per la perdita del padre passa attraverso la ricomposizione dei tasselli della sua esistenza. Quando poi la morte arriva nelle forme di un tumore contratto in fabbrica dalle polveri d’amianto, il dramma s’intreccia alle vite dei colleghi di reparto che hanno avuto la stessa sorte, con il sapore amaro di un assassinio. E se il processo con una prescrizione non è riuscito ad accertare responsabilità civili e penali, l’evidenza di quelle morali è nelle testimonianze dei (pochi) sopravvissuti.

PERCHÉ LEGGERLO (adesso)
I morti d’amianto della Breda Fucine sono una pagina controversa della storia industriale del nostro Paese. E, sebbene le condizioni di lavoro nel reparto saldatura (e in quelli vicini) non fossero certo le stesse, il tema della salute dentro e intorno alle fabbriche è tornato d’attualità con le polemiche sull’Ilva di Taranto. E dopo le pesantissime condanne al processo Eternit.

La fabbrica del panicodi Stefano Valenti
(Feltrinelli, 116 pagine, 11 euro)

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