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Un F-35 in volo (Ansa).
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Accordo Usa-Svizzera per gli F-35: determinante la ricaduta industriale

La Svizzera sceglie l'F-35 Lightning II per soddisfare i futuri futuri requisiti della sua difesa aerea. La decisione del Consiglio federale, avvenuta al termine del programma di selezione New Fighter Aircraft, riconosce quindi per la Confederazione il monoposto di Lockheed Martin come l'aeroplano da combattimento più avanzato, capace ed economico nella sua gestione tra quelli con caratteristiche e capacità operative adatte a far parte della futura flotta dell'aviazione militare del Paese.

Il valore del contratto è di 6,5 miliardi di dollari, ovvero 2,16 miliardi di dollari in meno rispetto alla migliore concorrenza europea, ma anche nord-americana. La vendita degli F-35 alla Svizzera da parte del governo Usa era stata autorizzata già nel 2020 e ora per il programma internazionale Joint Strike Fighter poter sperimentare l'operatività del caccia in un territorio dalle dimensioni contenute, ma dall'orografia montuosa, dove le prestazioni di salita, le capacità di rilevamento radar e di scambio dati divengono ancora più importanti nelle operazioni di difesa aerea, costituisce una grande vantaggio.

«Siamo onorati di essere stati selezionati dalla Svizzera e non vediamo l'ora di collaborare con il governo, l'Aeronautica e l'industria federali per consegnare i nuovi velivoli e sostenerne l'entrata in servizio» ha affermato Bridget Lauderdale. La vicepresidente di Lockheed Martin e direttore generale del programma Lightning II ha aggiunto: «Con questa decisione, la Svizzera diventerà la quindicesima nazione a dotarsi di questo sistema d'arma, unendosi a diversi Paesi europei nel rafforzare ulteriormente la potenza aerea e la sicurezza globale».

Oltre ai velivoli, l'ingresso elvetico nel programma consentirà all'industria aeronautica nazionale (che conta un solo costruttore di aeroplani, la Pilatus di Stans e un solo riferimento per la manutenzione ai velivoli militari, la Ruag), di partecipare alle opportunità di ricerca e sviluppo, produzione e sostegno che estenderanno le capacità dello F-35 in futuro, potendo quindi comprendere quali prestazioni o sistemi possono essere migliorati per le operazioni in quel particolare contesto. Questo porterà in futuro la Confederazione a fruire di vantaggi economici e tecnici, nonché degli accordi di scambio tecnologico con i partner del programma.

L'F-35 Joint Strike Fighter è stato preferito ai concorrenti Eurofighter 2000, Dassault Rafale e Boeing F/A-18E/F Super Hornet per sostituire proprio la versione ormai vetusta di questi ultimi (F-18 del 1997). Il contratto prevede la fornitura di 36 unità a decollo e atterraggio convenzionali (F-35A), ma anche cinque sistemi di difesa missilistica Raytheon Technologies Patriot, che sono stati preferiti al sistema Samp/T della francese Eurosam.

«In termini di efficacia l'F-35A ha ottenuto il miglior risultato tra i concorrenti alla fornitura perché include sistemi completamente nuovi, estremamente potenti e completamente collegati in rete per la protezione e il monitoraggio dello spazio aereo, e anche la minore vulnerabilità» ha affermato il portavoce del Consiglio federale. Nella decisione hanno influito anche considerazioni politiche e industriali: durante la competizione il governo svizzero aveva chiarito che i concorrenti avrebbero dovuto fornire un solido pacchetto di compensazioni destinate a rafforzare la base industriale della difesa svizzera.

Airbus per far prevalere l'Eurofighter aveva fornito al governo un dossier di 700 pagine sulle compensazioni economiche, almeno secondo quanto riportato dall'agenzia Reuters il 27 giugno scorso. Tale proposta includeva un'offerta per poter completare l'assemblaggio finale del Typhoon in territorio elvetico. Dagli Usa invece Lockheed Martin ha proposto un lotto di compensazioni che includono la produzione nazionale di circa 400 tettucci degli F-35, la creazione di un centro di manutenzione in Svizzera per questi componenti, che possa effettuare la manutenzione per tutti gli utenti europei dello F-35, e la creazione di un centro di eccellenza per la cyber sicurezza svizzero. E all'ultimo momento è stata offerta la possibilità di effettuare l'assemblaggio finale di quattro velivoli F-35 presso le strutture Ruag di Emmen, proposta che è stata poi accantonata a tutto vantaggio della nostra Faco di Cameri, per ragioni economiche.

Per vincere la commessa, Boeing aveva invece evidenziato la facilità di transizione dei piloti dall' Hornet al Super Hornet, affermando che la Svizzera avrebbe risparmiato denaro riutilizzando fino al 60% della sua infrastruttura esistente. Ecco perché Boeing, delusa e rammaricata dalla scelta svizzera, ha emesso una nota: «Riteniamo che il Boeing F/A-18 Block III Super Hornet fosse la scelta giusta per la Svizzera, in quanto avrebbe apportato capacità e valore all'Aeronautica militare svizzera. Attendiamo con impazienza un debriefing completo per comprendere meglio la decisione». A oggi l'F-35 opera da 21 basi in tutto il mondo, con nove nazioni che schierano il caccia sul proprio suolo per un totale di 655 unità in servizio, 1.380 piloti addestrati e 10.670 manutentori.

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