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Elezioni Usa 2016: chi è Jeb Bush, candidato repubblicano

"Il nostro Paese è sulla strada sbagliata ed io mi candido per la presidenza degli Stati Uniti. L'America merita di meglio". Il repubblicano Jeb Bush scende in campo così: in un intervento al Miami Dade College annuncia la sua candidatura nella corsa per la Casa Bianca puntando sull'esperienza da "governatore riformatore" della Florida e non semplicemente, dice, "di un altro membro del club".

Usa 2016, chi sono i candidati repubblicani alla Presidenza


È in questo modo che il "terzo" Bush chiede il voto degli americani. Un conservatore sì, ma moderato, pone come priorità "prosperità e sicurezza", promette sicurezza in campo energetico raggiungibile in cinque anni e sottolinea che lui è "per la libera impresa". Si impegna poi per una crescita dell'economia del 4% e per la creazione di 19 milioni di posti di lavoro.

Poi mette in campo il suo legame con l'elettorato latino, di Florida e oltre: non si espone sull'immigrazione ma si rivolge alla folla in spagnolo per chiedere aiuto per creare una vita migliore per i loro figli "per la causa della libertà e quella nobile degli Stati Uniti d'America". E se fin da subito nel suo intervento mette in fila attacchi all'attuale amministrazione, parlando a Miami il suo messaggio su Cuba non può che essere esplicito, distanziandosi da Barack Obama: "Novanta miglia a sud da qui si parla di una visita di stato da parte del nostro presidente. Ma non c'è bisogno di un turista adulato che vada all'Avana a sostegno di un fallimento per Cuba. C'è bisogno di un presidente americano che vada all'Avana per solidarietà con un popolo cubano libero e io sono pronto ad essere quel presidente".

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Havana, 12 agosto 2014

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L'Avana, Cuba, 26 gennaio 2014. Nel quartiere del Vedado, due ragazze di nome Gydis Ricardo Vargas e Yaime Machado Garcia indossano dei foulard con la bandiera degli Stati Uniti.

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L'Avana, Cuba, 26 gennaio 2014. Un uomo e il suo nipotino affacciati dal balcone della loro casa, al secondo piano di un palazzo in Habana Vieja.

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L'Avana, Cuba, 25 gennaio 2014. Un uomo cammina accanto a un murale nel quartiere di Habana Vieja.

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L'Avana, Cuba, 25 gennaio 2014. A mechanic uses a welding torch while repairing a car in an empty lot in the Habana Vieja neighborhood January 25, 2015 in Havana, Cuba. Diplomats from the United States and Cuba held historic talks this week that could restore diplomatic ties and mark the end of more than 50 years of of Cold War-era hostility between the two countries. (Photo by Chip Somodevilla/Getty Images)

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L'Avana, Cuba, 25 gennaio 2014. Un gruppo di bambini gioca su dei tubi idraulici in una domenica pomeriggio.

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L'Avana, Cuba, 25 gennaio 2014. Un uomo intento a riparare la sua automobile americana d'epoca.

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L'Avana, Cuba, 25 gennaio 2014. Delle famiglie osservano i passanti dai balconi delle loro case in Habana Vieja.

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L'Avana, Cuba, 25 gennaio 2014. Una carrozza trainata da un cavallo parcheggiata in attesa di turisti accanto a delle automobili americane d'epoca, di fronte agli hotel più costosi in Habana Vieja.

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L'Avana, Cuba, 25 gennaio 2014. Un uomo intento a riparare la sua automobile in Habana Vieja.

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L'Avana, Cuba, 25 gennaio 2014. Dei ragazzi giocano a calcio su un campo di cemento nel centro sportivo giovanile Camilo Cienfuegos.

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L'Avana, Cuba, 25 gennaio 2014. Un partecipante a una gara di Triathlon passa accanto al Castillo de los Tres Reyes Magos del Morro, mentre alte onde si infrangono contro il lungomare Malecon.

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L'Avana, Cuba, 21 gennaio 2014. Una donna sul sedile anteriore di un taxi indipendente in Centro Habana, il municipio della capitale cubana con la più alta densità di popolazione.

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L'Avana, Cuba, 25 gennaio 2014. Un bambino osserva l'intorno aggrappato a uno dei leoni di bronzo collocati lungo il Paseo del Prado.

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L'Avana, Cuba, 19 gennaio 2014. Una Lada di proiezione russa lungo le strade del centro.

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L'Avana, Cuba, 20 gennaio 2014. Una bandiera degli Stati Uniti sulla Chrystler Windsor 1956 di un tassista di nome Miguel.

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L'Avana, Cuba, 20 gennaio 2014. Lavori di tinteggiatura in un cortile.

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L'Avana, Cuba, 20 gennaio 2014. Vecchie auto americane lungo La Rampa, sotto le immagini dei leader rivoluzionari cubani, tra cui Camilo Cienfuegos e il Che Guevara.

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L'Avana, Cuba, 20 gennaio 2014. Macellai nel Mercado Agropecuario nel quartiere di Vedado.

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L'Avana, Cuba, 20 gennaio 2014. Mercado Agropecuario nel quartiere di Vedado.

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L'Avana, Cuba, 20 gennaio 2014. Una venditrice di ananas nel Mercado Agropecuario nel quartiere di Vedado.

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L'Avana, Cuba, 20 gennaio 2014. Scambio dei numeri di telefono nel quartiere di Vedado.

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L'Avana, Cuba, 20 gennaio 2014. Affreschi raffiguranti le prime pubblicazioni a stampa e la popolarità dei quotidiani nella sede dell'ex quotidiano El Noticioso y Lucero.

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L'Avana, Cuba, 20 gennaio 2014. Studenti e insegnanti danzano nella Casa de Tango, fondata da Ruben Diz Daubar nel 1995 per onorare la passione di suo nonno per la danza.


Jeb Bush si dice determinato nel suo messaggio di ottimismo ("Perchè sono certo che possiamo rendere i prossimi decenni in America i migliori mai vissuti in questo mondo") e vuole essere se stesso prima di tutto: fin dal logo scelto per la campagna - "Jeb! 2016", senza alcun riferimento all'importante cognome. A costo di apparire poco creativo - gli è già stato rimproverato - vuole giocare sul sicuro ripescando simboli e riferimenti delle sue vittorie personali (come governatore in Florida), del suo personale percorso, rinunciando ad evocare il padre e il fratello presidenti e preferendo ricordare il suo personale curriculum nello Stato d'adozione.

In platea a Miami per l'annuncio ufficiale c'è Barbara Bush, la "capostipite" che in un primo momento riteneva ci fossero stati già abbastanza Bush alla Casa Bianca ma poi per Jeb ha cambiato idea. La chiama in causa subito, viene inquadrata brevemente. Tutto qui. Non ci sono il padre e il fratello George W., ma resta un'eredità pesante quella della 'dinastia' e un'arma a doppio taglio: da una parte è il 'marchio di fabbrica' che puo' far affluire donazioni e finanziamenti copiosi ma dall'altra evoca un poco americano passaggio di scettro.

Eppure con oggi cambia il ritmo della campagna 2016 e proprio con la battaglia tra le 'dinastie' d'America entra davvero nel vivo. Irrompendo nel campo repubblicano particolarmente affollato, il "terzo" Bush parte già da predestinato frontrunner nella sfida con il "pezzo da novanta" dei democratici, Hillary Clinton, che a sua volta rivendica il suo "primato" da candidata (sebbene si tratti del secondo tentativo) e afferma: "Non corro per il terzo mandato di Obama o per il terzo mandato di mio marito. Corro per il mio primo mandato''. Ci sarà da vedere poi a questo punto quanto spazio la discesa in campo di Jeb Bush sotrarrà ai numerosi altri candidati repubblicani (11 ad oggi), a Marco Rubio in particolare che potrebbe rivelarsi la vera sfida e tra l'altro su un terreno comune, la Florida. Il giovane senatore oggi ha optato per il fair play, dando il benvenuto al "rivale" che fu il suo mentore con un insolito endorsement: "è un amico". Ma la sfida è aperta (ANSA)

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