Elettronica in crisi? E Galimberti rilancia

In mezzo ai colossi dell’elettronica di consumo Mediaworld (gruppo Metro) e MarcoPolo (gruppo Expert), cresce e si consolida il gruppo Galimberti di Milano, aderente alla catena Euronics. Che dopo avere resistito alle sirene di chi voleva comprarlo si rilancia invece acquisendo la Derta, catena che opera nel Triveneto. Risultato? «Diventiamo il terzo polo nazionale del settore» sottolinea Paolo Galimberti, erede del fondatore nonché amministratore delegato e vicepresidente dell’omonima società. «Anche se io preferisco dire che siamo il primo gruppo italiano, fondato da italiani quasi 70 anni fa e a capitalismo familiare». La sottolineatura non è banale, soprattutto in un comparto che da almeno 10 anni arranca a causa della crisi dell’economia e dei consumi. «Acquisire l’intera proprietà di un’azienda (già partecipata dal gruppo per un terzo) segna infatti la volontà di insistere e di credere, con l’obiettivo di renderci più forti là dove siamo già presenti e riconoscibili».

Oggi Galimberti è presente in sei regioni (Lombardia, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli- Venezia Giulia e Sardegna), controlla circa il 7 per cento di un mercato che vale 15 miliardi, conta 34 megastore per una superficie totale di 66 mila metri quadrati e un fatturato di circa 300 milioni. «Il piano industriale non esclude investimenti successivi, anche se al momento non stiamo esaminando dossier di acquisizione» aggiunge Galimberti. «Il nostro obiettivo è aumentare le quote di mercato nelle aree di riferimento, presidiando fortemente il territorio senza escludere nuove aperture già a partire dal prossimo anno».

Anche l’acquisizione della Derta va dunque letta in questo senso: con lo scopo di unire due aziende complementari e senza sovrapposizioni territoriali, cercando di alzare un muro contro la crisi e la forza dei colossi stranieri. «Da anni questo settore è in crisi, né è mai stato sostenuto con opportuni incentivi al consumo. Purtroppo le agevolazioni sono state legate agli interventi di ristrutturazione edilizia, però con questa crisi il cambio della lavatrice è l’ultimo della lista spese. Meglio pensare a qualcosa di più specifico, altrimenti è inutile».

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