Eataly, Valcucine e il Manifesto per il rinascimento

Il Rinascimento Italiano di Gabriele Centazzo, il fondatore della Valcucine che ha comprato tre pagine di quotidiano per dire la sua sul rilancio dell’Italia, prende forma. Nel giro di poche settimane circa 300 aderenti tra liberi professionisti, imprenditori, cittadini, impiegati, insegnanti. Un moto spontaneo che vuole essere propositivo e non soltanto “contro” come Beppe Grillo. Ma che ancora non trova una sua collocazione in vista del voto.

Il suo programma è creatività, bellezza e innovazione ripulendo l’Italia dalle lobbies improduttive, un po' come va dicendo l’animatore di "Fermare il Declino”, Luigi Zingales. Come riunire dunque questi fronti? Se ne è fatto carico Oscar Farinetti , il genio piemontese della grande distribuzione che prima ha dato vita ai “supermercati” dell’elettronica Unieuro per poi tirare fuori dal cilindro quella macchina da guerra che è oggi Eataly , la grande catena di prodotti alimentari di alta qualità italiana presente anche a New York e forte del sostegno di Carlo Petrini , il “padre” di Slow Food.

Farinetti ha incontrato Centazzo la scorsa settimana, come si conviene a tavola, tentando di portare anche l’imprenditore di Pordenone nell’orbita di Matteo Renzi, il sindaco rottamatore di Firenze di cui il patron di Eataly è grande sostenitore (per lui ha affittato a Torino il Palolsozaki cercando di coagulargli attorno intellettuali come Alessandro Baricco).

Ci è riuscito Farinetti? Non ancora. Ma il segnale ormai evidente a tutti, ma non ancora al Pd... è che il dissenso sociale, economico e intellettuale si sta ormai organizzando fuori dai partiti e dalle oligarchie. “Siamo e restiamo un gruppo indipendente dalla politica” continua a ripetere Centazzo. Ma tra poco sarà necessario decidere per chi votare, altrimenti il “manifesto per il Rinascimento” è destinato a restare sulla carta.

I numerosi italiani che hanno lasciato un commento sul suo sito chiamano a gran voce la costruzione di un network attivo, che non si limiti alla sola protesta e che nel vuoto dei programmi politici è destinato a crescere e ad organizzarsi.

L'aggancio di Farinetti con Centazzo si inserisce in questo contesto: la ricerca di un polo di attrazione che dia un senso alle tante sacche spontanee di insoddisfazione che si sono già manifestate con la rivolta degli studenti contro l’aumento delle tasse universitarie, come le prime scissioni all’interno di Confindustria e persino con la battaglia dell’associazione dei Cfo, che addirittura invocano una “rivoluzione” che parta dalla trasparenza delle buste paga. “Mostriamo prima ai cittadini i costi che sopportano le aziende, poi le tasse, poi lo stipendio netto e vediamo che cosa succede” ha spiegato il presidente Andaf Fausto Cosi presentando il prossimo convegno di Bologna. Tanto dissenso in cerca d'autore.

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