Piccole Marine Le Pen crescono

Francia. Marine Le Pen, leader del Front national

Belgio. Anke Van Dermeersch, Senatrice del Vlaams Belang, ex reginetta di bellezza, 42 anni.


Ungheria. Krisztina Morvai, Deputata, è stata eletta nelle liste del partito xenofobo Jobbik, 50 anni.


Norvegia. Siv Jensen, Presidente del Partito del progresso, 44 anni.


Danimarca. Pia Kjaersgaard, Fondatrice del Partito del popolo danese, 66 anni.


Grecia. Eleni Zaroulia, Deputata, è moglie del leader di Alba dorata.


Ce l’hanno con gli immigrati. Non sopportano l’Unione Europea. Detestano l’Islam. E sfoggiano tutte una capigliatura bionda. Ecco a voi le «Marinette», seguaci europee di Marine Le Pen, la rampante leader del francese Front national. Dalla Norvegia alla Grecia, dal Belgio alla Danimarca, nel continente avanza una pattuglia di virago di estrema destra. Antiélite, antieuro, antistranieri e spesso antisemite, stanno cambiando i termini del dibattito politico.

E si preparano a fare man bassa di voti alle elezioni europee del 25 maggio. Secondo le più recenti stime, i partiti di estrema destra potrebbero raccogliere il 9 per cento dei consensi. Annotazione curiosa: le «Marinette» vengono tutte dal Nord Europa (la neonazista greca Eleni Zaroulia è un caso a parte). Mancano ancora all’appello in Spagna, Portogallo, Germania e Italia. «Non è un caso» commenta Vittorio Emanuele Parsi, docente di relazioni internazionali alla Cattolica di Milano. «Tutti i Paesi con alle spalle lunghe dittature fasciste incontrano difficoltà a sdoganare quell’area politico-culturale che alimenta il populismo nazionalista».

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