"Digiuno digitale": 7 giorni senza internet e social, il prof sfida i suoi alunni

Sebastien Gabriel

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Roberto Catania


Una settimana senza connessione e, per i casi più estremi, pure senza telefono. È questa la scommessa lanciata da un professore agli alunni di una scuola superiore di Prato, l'Istituto tecnico industriale Dagomari. L'obiettivo? Disintossicarsi per sette giorni dai social network. L'esperimento Social Zero, cominciato il 15 maggio, punta a ripensare ad una vita reale 2.0.

Social Zero, la sfida dei prof ai suoi alunni
Si può resistere sette giorni completamente disconnessi da internet, senza nemmeno dare una sbirciata ai social network e alle applicazioni che sono oramai parte integrante della nostra quotidianità? A lanciare l'esperimento Social Zero è stato Marcello Contento, 35 anni, docente di Economia Aziendale l'Istituto tecnico industriale Dagomari di Prato: alla sfida hanno aderito due classi seconde e i loro professori, tutti gli studenti si sono impegnati a rinunciare a internet e il 70% ha rinunciato anche all'uso dello smartphone.

Niente social per una settimana
La detox dai cellulari e soprattutto dai social network è nata per gioco ma sia i ragazzi che i professori hanno accettato la sfida. "L’esperimento non vuole demonizzare l’utilizzo della tecnologia, internet o dei social, ma piuttosto ripensare ad una vita reale 2.0. L'obiettivo è quello di recuperare la relazione reale e immaginare altri modi di vivere le proprie giornate. Tutto questo per una settimana", ha spiegato il prof Marcello Contento. 

Riusciranno i docenti e i ragazzi coinvolti a restare off line per 168 ore consecutive? Lo scopo è quello di staccare la spina, riscoprire la relazione tra persone e restare per qualche giorno senza l'ossessione delle notifiche, delle dirette Facebook o delle Stories di Instagram. Un'impresa ardua per questo gruppo di nativi digitali. L’andamento dell’esperimento sarà raccontato in una sorta di "diario" sul quale gli alunni e il docente spiegheranno le loro giornate senza smartphone, con brevi aggiornamenti sulla pagina Facebook (curata ovviamente da chi non ha aderito al progetto). 

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