Dietrofront (in 24 ore) sulla scuola. Niente Dad, si torna in classe

Eppur si muove… L'allarme sul possibile (e si sa che quando si comincia con la parola «possibile» si finisce dopo poco per sostituirla con «certezza») ritorno della Didattica a Distanza all'inizio del prossimo anno scolastico ha scatenato la rabbia di genitori e studenti e di conseguenza smosso i vertici istituzionali che oggi, in sole 24 ore, fanno marcia indietro.

Per primo il Ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi parso oggi molto più deciso sul ritorno alla normalità scolastica a settembre: «Dobbiamo tornare in presenza e stiamo tutti lavorando per questo. Chiederò una precisazione al Cts che ha dato un suo parere sul ritorno a scuola senza considerare le vaccinazioni in corso…».

Al Ministro ha fatto eco nella stessa direzione anche il Commissario Straordinario, generale Figliuolo: «Siamo un po' indietro, ma abbiamo spinto molto su 70-80enni, ora dobbiamo spingere sui cinquantenni, soprattutto convincere i 215 mila insegnanti e operatori scolastici che mancano a vaccinarsi per tornare a scuola in sicurezza».

Insomma, l'aria che tira oggi nel mondo politico è profondamente a quella di ieri, sia a livello nazionale che locale. Il Governatore del Veneto, Luca Zaia mentre ieri ipotizzava uno spostamento del via alle lezioni all'inizio di ottobre, oggi conferma la data per la prima campanella al 13 settembre. Lo segue l'assessore regionale alla Salute dell'Emilia-Romagna, Raffaele Donini che oggi dichiara: «Ci faremo trovare davanti alla scuole, nell'interlocuzione con i pediatri e i medici di base, per essere pronti a vaccinare in prossimità dei luoghi di studio la popolazione scolastica. A fine agosto la metà dei ragazzi tra i 12 ed i 19 anni nella nostra regione sarà vaccinata».

Ma non solo vaccini. Il Ministro Mara Carfagna ha anche parlato degli interventi in programma sul trasporto pubblico (senza però scendere nel dettaglio di quali siano questi provvedimenti). Insomma, il Governo, punzecchiato forse un po' troppo rilassato sul tema scuola da sempre definito una priorità per l'esecutivo, si sta mettendo in moto.

Restano però alcuni dubbi: cosa fare dei docenti e del personale che liberamente sceglierà di non vaccinarsi? Potranno andare in classe ad insegnare? Potranno lavorare nelle scuole in mezzo agli altri? Ed i ragazzi che non saranno vaccinati? Saranno fianco a fianco con i loro compagni che invece si sono recati negli hub?

Domande e dubbi ancora da sciogliere mentre il tempo passa. Di sicuro l'aria a Palazzo Chigi è cambiata. In sole 24 ore. Basta solo non fermarsi sul più bello.

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