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Curie sprecone: l'altolà del Papa

La congregazione per i vescovi e Papa Francesco da settimane ormai seguono la vicenda della diocesi di Mazara del Vallo, rivelata da Panorama. Quasi sei milioni di debiti contratti dalla Curia per la costruzione e la ristrutturazione di chiese ma anche a causa di una cattiva gestione delle casse della diocesi. Il vescovo, monsignor Domenico Mogavero, ha sostituito l’economo, don Franco Caruso e ha informato il pontefice. Difficilmente però, almeno per il momento, il Papa ha intenzione di prendere nei confronti della Curia di Mazara provvedimenti analoghi a quelli assunti a Terni, dove si è registrato un buco di 20 milioni di euro e la diocesi prima è stata «commissariata» e poi affidata a un nuovo vescovo, il francescano padre Giuseppe Piemontese.

Nel frattempo Bergoglio raccomanda a tutte le diocesi di rendere operativi e coinvolgere i consigli degli affari economici, cioè quegli organismi collegiali, previsti dal Codice di diritto canonico, chiamati ad aiutare il vescovo nell’amministrazione delle finanze. Il pontefice suggerisce, inoltre, che i «cordoni della borsa» non siano affidati a secerdoti e religiosi, bensì a laici competenti e di fiducia.

Intanto la diocesi di Bologna è diventata osservata speciale dopo aver ricevuto dal fondatore della ditta di cancelli automatici Faac, Michelangelo Manini, 1 miliardo e 700 milioni di euro di eredità. Dopo una lunga contorversia legale, la vicenda si è conclusa con un accordo economico con i familiari di Manini che avevano impugnato il testamento e hanno ricevuto 60 milioni dalla diocesi, a titolo di transazione. L’arcivescovo di Bologna, il cardinale Carlo Caffarra è ormai dimissionario per raggiunti limiti di età, e la diocesi emiliana diventa perciò una tra le più ambite anche per le sue ricchezze (quasi il doppio di quanto riceve la Cei ogni anno dallo Stato italiano per l’otto per mille). 

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