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Il Csm e l'ineleggibilità di Teresa Bene: errore da matita blu

È un errore da matita blu. Qualcosa di mai visto, nella storia del Consiglio superiore della magistratura, e anche in quella del Parlamento italiano. Lo scandaletto, nella sua imbarazzante gravità, non fa bene né al Partito democratico, né al Parlamento nel suo insieme, né al ministro della Giustizia Andrea Orlando in particolare.

Che cosa è accaduto? Che oggi il Csm, nella sua prima riunione di plenum, ha scoperto che Teresa Bene, eletta lo scorso 15 settembre (con 486 voti) come componente laica del nuovo Csm in quota Pd, non ha i requisiti per far parte dell'organo di autogoverno della magistratura e dunque è «ineleggibile». L’avvocato Bene, infatti, non ha raggiunto i 15 anni di esercizio della professione e non è docente ordinario di diritto processuale Penale alla Seconda Università di Napoli, ma è soltanto docente «associato».

Nata a Casoria (Napoli), la professoressa Bene era stata consulente gratuito del ministro Orlando quando questi era ministro dell’Ambiente. È stato lo stesso Guardasigilli, pare, a suggerire il suo nome come componente laico del Csm. Adesso le Camere, in seduta congiunta, dovranno provvedere alla sua sostituzione. Ma Bene sta già pensando a un ricorso al Tribunale amministrativo regionale. Sarà una partita complicata. 

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