Crac Parma, Ghirardi indagato: bancarotta fraudolenta

L'ipotesi di reato è bancarotta fraudolenta, con il sospetto che una aprte dei circa 200 milioni di debiti (lordi) accumulati sotto la sua gestione siano in realtà il frutto della distrazione di fondi dalle casse del club verso altre destinazioni. La Procura di Parma prova a fare chiarezza sul crac del club emiliano e, secondo quanto si apprende, ha iscritto l'ex presidente Tommaso Ghirardi nel registro degli indagati. Circostanza smentita dall'ex presidente del Parma, che ha spiegato di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia. Sotto osservazione la gestione durata sette anni (dal 2007 al 2014) e che ha portato alla cessione nel dicembre scorso al petroliere albanese Rezart Taci e, da questi, alle mani poco sicure di Giampietro Manenti.

Era stata la stessa Procura a muoversi nei giorni scorsi per presentare l'istanza di fallimento della società, scavalcando così la stessa decisione dei giocatori sulla messa in mora per gli stipendi non pagati. Una mossa che ha accelerato la presa di coscienza che si era davanti a una situazione non più sostenibile e che porterà all'udienza davanti al Tribunale del prossimo 19 marzo, nella quale il tentativo sarà arrivare a una gestione di questo momento per garantire il finale di stagione e preservare le (poche) speranze che qualcuno rilevi il club entro il 30 giugno facendosi carico dei debiti sportivi e mantenendo in città il titolo sportivo che equivale alla serie B.

Parma, Ghirardi (sotto scorta) va all'attacco e denuncia Taci

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