Protesta anarchici per Cospito a Torino
(Ansa)
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Cospito è un riflettore per gli anarchici e quindi serve il 41 bis

Da giorni in Italia e in Europa si stanno registrando attentati, minacce e scontri con la polizia nel nome di Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto da oltre 10 anni che ha iniziato lo sciopero della fame contro il «carcere duro», il 41 bis a cui è stato condannato. Una misura ritenuta necessaria dai giudici perché oggi Cospito nella galassia anarchica ha ancora il suo peso ed il rischio che possa spingere gli anarchici ad azioni violente anche dal carcere è concreto, soprattutto alla luce di quanto è accaduto in questi giorni.

«Il 41 bis per Cospito è necessario perché oggi più che mai rappresenta una figura pericolosa capace di reiterare anche dal carcere normale dove ci sono meno controlli» ci spiega Felice Romano in forza nella Digos e segretario nazionale sindacato polizia Siulp

Cospito oggi rappresenta il simbolo delle proteste anarchiche?

«No, Cospito oggi è un riflettore per gli anarchici usato per avere l’attenzione dei media. Lo fecero anche con gli immigrati e la Val di Susa. Vede un conto è protestare contro un progetto come quello dell’alta velocità, un altro è assaltare i cantieri dove ci sono i lavoratori. Lo stato di salute di Cospito va assolutamente tutelato, ma non è questo il modo perché sembra più una scusa per creare disordini. Piantedosi quindi ha fatto bene a dire giù le mani dal sangue di chi ha servito questo Paese. Cospito ha una sentenza passata in giudicato che prevede come misura il 41 bis e si può dissentire da questo come prevede la nostra costituzione ma non usando la violenza».

Cosa è accaduto a Roma?

«Durante la manifestazione è stato ferito un collega ispettore a Trastevere, ma ci può stare, perché sono cose che spesso accadono mentre il fatto più grave secondo me sono le molotov contro il commissariato Prenestino. Quella è stata un’azione pericolosa e violenta studiata a tavolino per colpire lo Stato. La mobilitazione anarchica per Alfredo Cospito ha connotazioni molto diverse rispetto a quelle del passato. Siamo difronte a degli anarchici insurrezionalisti che si sono trasformati in un’aggregazione che non usa più metodi pacifici ma la violenza per affermare le proprie convinzioni».

Qual è la tipologia di queste persone?

«Sono quasi tutti studenti che si interessano di politica ma non lo fanno in modo costruttivo. Per loro l’attività politica è una sorta di palestra che ha come unico scopo quello di assaltare le istituzioni. È questo è pericoloso perché ci rimettono tutti. Si fanno vittime ed atti intimidatori per tutelare Cospito che ha gambizzato un uomo reo di rappresentare un sistema capitalistico».

Crede che si fermeranno?

«No è probabile che ci sarà un’escalation. Gli anarchici insurrezionalisti hanno sempre seminato violenza e devastazione in questo Paese. Durante la manifestazione hanno devastato un bar tirando sedie ed ombrelloni alla polizia le pare giusto?»

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