Così i russi spiano le webcam italiane

Pensate alla vostra webcam piazzata sulla culla del bambino. Siete sicuri di aver attivato un occhio sempre vigile sul vostro piccolo, così che qualunque cosa succede potete subito intervenire. Fermati un momento ad immaginare se quell’occhio, normalmente considerato privato, possa tutto d’un tratto diventare pubblico, con la conseguenza di far vedere a tutti non solo vostro figlio ma tutto ciò che succede in camera, anche se ci sono finestre aperte, o indicazioni particolari su dove si abita.

Purtroppo alcuni hacker russi sono riusciti a trasformare l’incubo in realtà, pubblicando migliaia di trasmissioni in diretta, riprese tramite webcam e telecamere connesse al web, su un sito liberamente accessibile, chiamato Insecam. I criminali informatici (chi invade la privacy lo è) sono riusciti con mezzi anche semplici (i classici “password siniffer”) a rubare i dati di accesso delle piccole telecamere, spesso facilitati dall’utilizzo di password semplici per l’accesso alle aree personali dei siti web o app con cui controllare gli ambienti monitorati.

Sguardo indiscreto

Nell’elenco delle telecamere disponibili alla visione ci sono centinaia di paesi in tutto il mondo, Italia compresa. Anzi noi siamo tra i più gettonati con quasi 700 webcam disponibili, al quinto posto dopo Stati Uniti, Francia, Olanda e Giappone. A lanciare l’allarme è stato l’Information Commissioner del Regno Unito (una sorta di nostro Garante) che ha scoperto il sito e fatto le dovute indagini. La cosa strana è che il portale sia ancora attivo e visibile, magari in attesa dei dovuti documenti per essere oscurato e reso inaccessibile. Per ora però Insecam può far comodo, non per spiare le altre persone ma per capire se dentro ci sono anche le vostre webcam.

Gisela Giardino, Flickr

Cosa fare se c'è anche la vostra

In questo caso potete fare solo una cosa: accedere al portale che utilizzate per monitorare le telecamere che usate e cambiare password. Del resto è ciò che il garante britannico Christopher Graham, ha detto parlando del sito spia, non tralasciando toni duri: “E’ quello che ci meritiamo per non utilizzare idonee misure di protezione per gli oggetti tecnologici. Se migliaia di persone usano sempre la stessa password, o si limitano a lasciare quella preimpostata, questo è il risultato. La gente passa le sue giornate a spiare. Se può farlo con voi lo farà anche con i vostri figli”.

Le password di default

È noto che molti programmi per computer, ma anche app per smartphone e tablet, riescano a identificare le password di default impostate al primo utilizzo di alcuni dispositivi di connessione, come router o modem Wi-Fi. Spesso molte persone decidono di lasciare tali password senza cambiarle, una decisione, frutto della pigrizia e di poca conoscenza dei reali pericoli, che semplifica la vita agli hacker. Non è detto che la stessa tecnica non possa essere utilizzata anche per scovare  le password di altri oggetti, come le webcam che, se violate, posso raccontare davvero troppo della vita privata di ognuno di noi.

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