Controllo fiscale dai social network: la sperimentazione in Francia

Utilizzare i social network per verificare che il tenore di vita del contribuente sia coerente a quanto dichiarato al Fisco. E' l'ultima frontiera della lotta all'evasione fiscale che è entrata in via di sperimentazione in Francia grazie al via libera dato dal consiglio costituzionale transalpino.

D'ora in poi i cugini francesi di Agenzia delle entrate potranno scandagliare i profili pubblici dei francesi incrociando dati, numeri, viaggi e movimenti per capire se l'attività social di un cittadino possa nascondere attività fraudolente o che implicano mancanza di trasparenza nei conti.

Come funziona

Questo è possibile grazie alla messa a punto di un complicato algoritmo che dovrebbe limitare la possibilità di equivoco rispetto al vero tenore di vita del contribuente. Secondo il dettato legislativo, l'algoritmo di intelligenza artificiale potrà accedere solo a informazioni pubbliche, per le quali non è necessaria alcun profilo personale o password. In caso contrario l'algoritmo non potrà "catturare" alcun indizio per le sue indagini. Restano fuori dalla "giurisdizione" fiscale anche gli acquisti su Amazon e su altre piattaforme di e-commerce, ma non le prenotazioni effettuate su siti di booking o compagnie aree.

Per semplificare: se viene pubblicata su Instagram una storia di un viaggio alle Maldive, foto di vestiti e orologi di marca e si circola di una macchina di alta cilindrata è improbabile che una dichiarazione dei redditi bassa sia veritiera. Una volta che i dati vengono incrociati e che i risultati dell'algoritmo combaciano i social possono diventare la prova giudiziaria di un reato. Questa misura antievasione è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2020 ed è destinata a fare scuola nel vecchio continente.

Il Grande fratello del Fisco

ll segreto sta nell'incrociare nel modo opportuno tutte le informazioni disponibili su un contribuente: beni posseduti, operazioni svolte e rapporti intrattenuti con altri soggetti e i social network, oggi come oggi, sono la cartina al tornasole della vita delle persone.

I flussi telematici di tutte le comunicazioni al riguardo sono aggiornati di continuo grazie ai potenti algoritmi e si può monitorare l'andamento delle possibili incoerenze quasi in tempo reale, intervenendo in modo tempestivo, appena scattano gli allarmi.

Cosa succede in Italia

In Italia al momento l'informazione tributaria che si può ottenere dal web è regolata dalla circolare n. 16/E del 28 aprile 2016 dell'Agenzia delle entrate, nella quale si legge che alle informazioni ottenute dalle banche dati si possono aggiungere "quelle che provengono da altre fonti, ivi fonti aperte" tra le quali potrebbero quindi figurare i dati pubblici presenti sui social network, anche se non esiste una giurisprudenza in merito.

La sperimentazione francese durerà tre anni e se funzionerà potrebbe trasformarsi in uno strumento valido anche in altri paesi.

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