manovra finanziaria Governo Conte
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Economia

Condono fiscale, ecco cosa prevede la nuova manovra

Alla fine il governo è riuscito con fatica a trovare la quadra sulle misure che dovranno definire quello che ormai unanimemente viene definito l’ennesimo condono fiscale.

Anche se, fino all’ultimo momento, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha voluto resistere a questa tesi ormai diffusa. "Voi chiamatela come volete – ha risposto stizzito ai giornalisti il premier -. Noi la chiamiamo definizione agevolata. Le scelte lessicali sono libere".

Più diplomatico invece è apparso il ministro dell'Economia Giovanni Tria. Secondo il numero uno di Via XX Settembre si tratta infatti di “una serie di norme complesse che vanno viste una per una e nel loro insieme. Leggete e valutate".

Ed è proprio quello che abbiamo deciso di fare, andando ad elencare i principali provvedimenti riguardanti quella che in origine era stata definita “pace fiscale”, mutuando appunto una delle tante scelte lessicali circolate in questi mesi.

Con un’avvertenza significativa: le misure approvate dal governo sulla materia fiscale hanno tutte l’impronta del “provvisorio”, perché tra tutte quelle collegate alla manovra, più di altre, sono frutto di un duro compromesso tra M5S e Lega.

Dunque è molto probabile che una loro compiuta definizione verrà data solo nel passaggio in Parlamento, senza contare che non è affatto escluso che molte di esse vengano del tutto stravolte. Ma intanto vediamo di cosa si tratta.

Condono con tetto a 100mila euro

Come accennato, l'accordo raggiunto dopo un lungo braccio di ferro sul decreto fiscale collegato alla legge di bilancio stabilisce innanzitutto un'aliquota al 20% per sanare il pregresso di chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi.

Sarà prevista poi l'opzione di dichiarazione integrativa ma con la possibilità di far emergere fino a un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate e comunque con un tetto di 100mila euro.

Inoltre, per ridurre il contenzioso, si potranno sanare le liti con il fisco pagando senza sanzioni o interessi il 20% del non dichiarato in 5 anni in caso di vittoria del contribuente in secondo grado (o il 50% in caso di vittoria in primo grado).

Rottamazione ter

Particolarmente difficile è stato poi raggiungere un compromesso sul tema della rottamazione delle cartelle. Un provvedimento che, oltre a rappresentare una sorta di continuità con l’azione dei governi precedenti, quelli guidati da Renzi e Gentiloni, agli occhi soprattutto dei “grillini” appariva una sorta di cedimento al più classico dei condoni fiscali vecchio stile.

Ma alla fine i pentastellati hanno dovuto cedere e l’accordo finale prevede quanto segue. Con la rottamazione ter delle cartelle Equitalia saranno cancellati sanzioni e interessi, dilazionando i pagamenti in 5 anni. Inoltre, e questa rappresenta una vittoria esplicita per Salvini e la Lega, arriverà l’annunciato stralcio delle minicartelle sotto i mille euro accumulate dal 2000 al 2010.

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