Come usare WhatsApp sul PC

È l’app che ha sta spingendo lentamente nell'oblio gli sms, e quella che permette agli operatori telefonici di fare sempre più leva su offerte legate al traffico internet piuttosto che su telefonate e messaggi. WhatsApp è da mesi nella top ten delle applicazioni più scaricate per tutte le piattaforme mobili attualmente in circolazione. iOS, Android, Windows Phone, ma anche BlackBerry e Symbian (manca Bada) hanno una versione del client di instant chat più diffuso al mondo che, dopo il periodo di prova di un anno, costa solo 0,79 centesimi. Ma cosa succederebbe se WhatsApp potesse arrivare in versione desktop utilizzabile anche seduti al computer senza digitare continuamente sulla tastiera, spesso virtuale, dei telefoni cellulari e tablet?

Un’ipotesi che è già reale grazie ad un client, non ufficiale , open source e adatto a qualsiasi versione di Windows.  Il progetto è opera di sviluppatori indipendenti che hanno rilasciato la loro versione open source del servizio di messaggistica già a novembre del 2012, ma arrivato agli onori della cronaca solo negli ultimi giorni. L’interesse verso un prodotto del genere è talmente alto che il servizio risulta spesso irraggiungibile, probabilmente per troppi accessi (ma non ci giureremmo), forse per evidenti problemi nello sviluppo del software. Per funzionare c’è bisogno di inserire il proprio numero di telefono e il codice IMEI del dispositivo principale sul quale è installato WhatsApp, per replicarlo in versione desktop.

Il secondo metodo per utilizzare WhatsApp sul “grande schermo” è farlo tramite l’emulatore BlueStacks che, per Windows e Mac OS X, permette installare le classiche app di Android sul computer. Questo metodo è di certo più complicato, qui una video guida , ma consente in un colpo solo di abilitare computer e notebook all’installazione delle principali applicazioni presenti sul Google Play Store, come anche Facebook e Instagram. Gli utenti più esperti sui forum però ci tengono a mettere in guardia circa l’utilizzo di tali strumenti non ufficiali. Si va da “attenti a quello che fate! Fornire cellulare ed IMEI ad un programma non ufficiale non è il massimo della sicurezza” a “occhio, non è un’app ufficiale, viola le regole di WhatsApp, e chi la usa rischia il blocco dell'account. Dagli indirizzi IP vedono subito che lo stesso account è usato da due macchine diverse e già questo gli basta”. La notizia però potrebbe essere un incentivo agli sviluppatori nel realizzare un client ufficiale anche in versione desktop, sicuramente comodo e versatile nel caso non si abbia il cellulare sott’occhio.

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