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Stati Uniti, sospeso da scuola per una pistola di Lego

La  fotografia mostra una bimba dal sorriso biricchino. A cinque anni si può essere diversi? Kelly gioca e scherza. Con i compagni lo fa anche fermata dell'autobus che la porta alla scuola materna di Mount Carmel, Pennsylvania. Quella mattina di qualche giorno fa ha detto alla sua amichetta: ti sparo con la mia bambola Hello Kitty, quella che fa le bolle di sapone. La madre l'ha saputo, la dirigente l'ha saputo: Kelly è stata punita. Prima ha avuto una sospensione di 10 giorni e i suoi genitori sono stati invitati a farla visitare da una psicologa, poi, dopo le proteste di padre e madre, la sospensione è stata ridotta a due giorni. Infine, il gesto commesso da Kate è stato classificato come 'semplice' "minaccia" a un compagno. I genitori, insoddisfatti, sono andati da un avvocato. "Ma ha solo cinque anni. Cinque".

In Massachusetts, un bambino della stessa età di Kate partecipa ai giochi del dopo scuola. Fare le costruzioni con il Lego è una delle attività preferite. Lui però si stanca di stare fermo, prende due pezzetti di plastica, li monta insieme in modo tale da costruire una pistola giocattolo. E inizia a sparare. Con il rumore della bocca prende di mira i compagni. La maestra lo vede, la dirigente lo viene a sapere, la madre viene convocata a scuola. Il richiamo è ufficiale. Attenzione, se l'episodio di ripete, il bambino verrà sospeso da scuola per due settimane. Veramente, chiede la madre? Veramente, risponde la dirigente. E non solo perché il bambino ha continuano nel gioco "proibito" quando la maestra gli diceva di tornare al suo posto.

Giocava invece a guardie e ladri nel cortile dell'istituto, il piccolo di 6 anni che con il dito in dice in avanti e il pollice alzato mimava il possesso (e l'utilizzo) di una pistola. La maestra l'ha visto, la dirigente è venuta a conoscenza della vicenda. Il bambino è stato ripreso. Ufficialmente.I genitori convocati. Esterefatti.

La chiamano sindrome da Newtown. Magari non esiste. Tre casi conosciuti su migliaia di scuole e milioni di studenti non fanno certo un dato statistico. Ma le punizioni inferte ai tre piccoli fanno discutere l'America. Quello per cui sono stati messi all'indice sono l'espressione di una normale fantasia ludica di un bambino - come sostengono molti - o, invece, un pericolo, un Minority Report nella scuola materna, piccoli con tendenze violente, potenziale assassini di massa?

Il dibattito - per quanto, per molti, possa apparire surreale - è aperta. I nervi scoperti dell'America dopo la strage di Adam Lanza, del ragazzo che voleva emulare il norvegese Behring Breivik e superare il suo tragico record di vittime, si vedono con nettezza nella vicenda dei tre piccoli puniti dalle loro maestre. La madre di una di questi, Sheila Cruz cardosa ha detto: "ma perché non si concentrano sugli adolescenti invece che colpire un'alunna della scuola materna?".

Insegnanti e genitori, pedagogisti ed educatori sono divisi.Chi ha deciso le punizioni, le difende. Molti altri, invece, lo criticano. Come chi dice che servono solo a terrorizzare bambini inconsapevoli di quello che succede nel mondo. Come il padre del bimbo di sei anni che mimava con le mani una pistola: "Ma dove è finito il buon senso". Lui, che è stato sergente maggiore nei paracadutisti, si è chiesto: "Ma vogliono criminalizzare i giochi?". Troppa ipersensibilità, troppa emotività nelle maestre, secondo i critici. E'solo prevenzione, e in due casi, il bambino è stato punito o avvertito soprattutto perché non aveva obbedito al richiamo dell'insegnante.

Questo tre casi limite, non solo fanno capire quanto il massacro della Sandy Hook School abbia scosso gli Stati Uniti, ma riaprono un altro dibattito: quello sulla Tolleranza Zero nelle scuole. Esiste una legge del 1994 che prevede la sospensione per un anno nel caso in cui uno studente venga trovato con un pistola dentro la scuola. Questa sanzione è stata poi estesa ad altri comportamenti, come le risse, discutere in modo animato e minaccioso con un insegnate. Secondo molti, la Tolleranza Zero non serve a rendere le scuole più sicure, ma anzi, questo approccio non fa altro che aumentare i casi di violenza tra i corridoi e i cortili degli istituti scolastici americani.

Zero Tolerance è la linea guida educativa usata con Kate e gli altri due bambini che giocavano con le armi (della fantasia). O dell'aggressività (potenziale). Il dibattito - così tipicamente americano - è aperto.

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